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Arrestato il sindaco di Campobello Ciro Caravà: associazione mafiosa. Il video

del 2011-12-16

Ciro Caravà è stato arrestato questa mattina dai carabinieri del Ros con l’accusa di associazione mafiosa. Biglietti aerei per i familiari dei mafiosi in carcere e appalti ai clan.

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  • Secondo il procuratore aggiunto Teresa Principato e i sostituti Pierangelo Padova e Marzia Sabella, il primo cittadino rieletto a giugno a fuor di popolo sarebbe stato addirittura “organico” alla famiglia mafiosa di Campobello, una delle più fedeli al verbo dell’imprendibile Matteo Messina Denaro, ormai latitante dal 1993.

    I mafiosi più vicini a Messina Denaro infatti continuavano a dire un gran bene di lui: “Io gli ho portato un mare di voti”, sussurrava uno dei messaggeri del padrino, Franco Luppino, che non sospettava di essere intercettato. “L’altra sera, il sindaco l’ho sentito parlare in Tv. Minchia, se non lo conoscessi…".  Sono soprattutto le intercettazioni a mettere nei guai il primo cittadino. Gli investigatori del Ros hanno ascoltato ad esempio la moglie del boss Nunzio Spezia mentre dice al marito, detenuto in un carcere del Nord Italia: “Vedi, in due anni di sindaco quanto abbiamo risparmiato? Dopo le elezioni mi ha detto: vossia fino a quando va e viene dallo zio Nunzio, biglietti non ne paga più. Io gli telefono, gli ordino i biglietti e li passo a ritirare”.

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  • Dalle indagini dei carabinieri di Trapani è emerso che il sindaco Caravà avrebbe distribuito ai mafiosi anche lavori e appalti del Comune.

    In particolare e' stata accertata la rivalita' tra due opposti schieramenti riconducibili rispettivamente all'anziano boss Leonardo Bonafede e a Francesco Luppino, arrestato di recente nell'ambito dell'operazione ''Golem'', ritenuto uno dei fiancheggiatori del latitante trapanese.In carcere sono andati anche il capofamiglia Leonardo Bonafede, inteso ''u zu Nardino'', Filippo Greco, noto imprenditore di Campobello, ma anche Cataldo La Rosa e Simone Mangiaracina. L'ordinanza e' stata eseguita anche nei confronti di Calogero Randazzo, Gaspare Lipari e Vito Signorello.

    Fonte:repubblica.it

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