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Il mio rock: storia e ricordi di Paul Simon e Arthur (Art) Garfunkel

del 2015-12-01

Immagine articolo: Il mio rock: storia e ricordi di Paul Simon e Arthur (Art) Garfunkel

Dopo avere raccontato le storie dei protagonisti del palcoscenico musicale rock fino all’anno 1956, non mi rimane che continuare con il 1957.

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  • Si formò in quell’anno un duo d’eccezione che, utilizzando soltanto la chitarra e la voce, sono riusciti a incantare più d’una generazione: Paul Simon e Arthur (Art) Garfunkel. Agli inizi della loro carriera musicale, avevano appena quindici anni, si facevano chiamare Tom (Graph) & Jerry (Landis) ed erano definiti la faccia pulita del rock americano.

    Dopo avere ottenuto scarso successo con i loro primi tre singoli, decisero di dividersi per continuare la propria strada artistica da solisti. Anche le nuove esperienze, però, risultarono scarse tanto che, dopo qualche anno, con precisione nel 1964, ritornarono nuovamente insieme.

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  • Stavolta si riproposero con i loro veri nomi di Simon & Garfunkel. Registrarono, fra le altre, “The sound of silence” che non ebbe un grande successo. Due anni dopo, anche se malvolentieri, riproposero lo stesso brano con un nuovo arrangiamento meno folk e più elettrico.

    Il disco ebbe un enorme successo e permise loro d’iniziare un’intensa attività concertistica con una nutrita produzione d’albums e di colonne sonore per films. Fra i grandi successi di Simon e Garfunkel si ricordano: “Mrs. Robinson” dal famoso film “Il laureato” e la celeberrima “Bridge over troubled water”.

    Questo brano, del quale sono artisticamente innamorato, era forse quello che quando suonavo eseguivo con particolare trasporto avendone fatto, fra l’altro, una versione pianistica molto personalizzata. Ricordo che il mio carissimo amico Filippo Siragusa me lo richiedeva sempre nelle occasioni in cui ci ritrovavamo attorno a un pianoforte.

    Dopo essere stati premiati con ben sei Grammy Awards e dopo avere ottenuto tantissimo successo in tutto il mondo, nell’anno 1970 Paul e Art si divisero nuovamente per continuare la loro esperienza separatamente.

    L’affezionato pubblico dovette attendere fino al 1981 per rivederli, almeno per una volta, ancora insieme al Central Park di New York, dove tennero un memorabile concerto a titolo assolutamente gratuito. Il 1957 è stato anche l’anno in cui Harry Belafonte incise il famoso brano “Banana boat” inaugurando, di fatto, un nuovo genere musicale, il “calypso”.

    L’anno successivo, il 1958, Eddie Cochran, coprotagonista con Elvis Presley della stagione dei ribelli del rock, s’impose sulla discografia mondiale con i suoi: “Summertime blues” e “C’mon everybody”. La sua fortuna durò, però, lo spazio d’appena due anni, poiché all’età di ventidue anni si spense oscurando la sua, purtroppo, breve celebrità.

    Nell’anno 1959 nacque, artisticamente parlando, colei che è stata in seguito definita la regina della musica folk, Joan Baez. Sposò Bob Dylan ch’era stato incoronato, nel frattempo, re della folk music. Assenziente e accanita pacifista, per libera scelta, dedicò tutta la sua vita alla salvaguardia dei diritti umani.

    Fu più volte arrestata poiché, essendo lei stessa leader del movimento pacifista internazionale, s’è trovata in prima linea nelle tante manifestazioni che questo movimento ha da sempre organizzato in varie parti del mondo.

    Essendo mal visto da tutti i governi guerrafondai d’allora, ma anche d’adesso, i militanti finiscono quasi sempre imbrigliati nelle frequenti retate perpetrate dalla polizia con l’arresto per il reato di “Disturbo alla quiete pubblica”.

    Joan, comunque, non si fece mai intimidire e continuò a manifestare sfornando, nel contempo, dischi su dischi, sempre con il solito tema imperante, la pace.

    Nello stesso anno l’inglese Joe Cocker, appena quindicenne, suonava la batteria con i “Cavalliers” per passare, due anni dopo, con gli “Avengers”. A vent’anni registrò il suo primo disco cantato, “I’ll cry instead” firmato Lennon-McCartney. Nell’anno 1963 lasciò gli “Avengers” per passare dapprima con i “Big Blues” e poi, nel 1968, con “The Grease Band”.

    Nello stesso anno, col singolo “Marjorine” e col successivo “With a little help from my friends” dei “Beatles”, riuscì a conquistare i primi posti delle classifiche internazionali. La sua particolare voce roca e robusta da bluesman nero lo caratterizzò, lui che come Elvis era di pelle bianca.

    La sua lunghissima carriera non è stata, comunque, sempre continua anche se fino all’ultimo, con i suoi settant’anni suonati, ha fatto parlare di se e ci ha regalato emozioni indimenticabili. C’è stato, infatti, un decennio d’inattività, con problemi legati all’abuso d’alcol e droga.

    E’ nella seconda metà degli anni ottanta che riprese la sua attività concertistica nella quale ha suonato con tanti eccellenti musicisti internazionali, ma anche italiani come Eros Ramazzotti. Nell’anno 1983 è stato premiato con il Grammy Award, uno dei più importanti premi americani, per i risultati raggiunti nel settore della musica. Ha anche partecipato ai festivals di Windsor e di Woodstock e tutta la discografia che ha prodotto è stata di grande prestigio. 

    Due brani che l’hanno caratterizzato, anche perché sono stati utilizzati come sigle di films famosi, sono stati: “Up where we belong”, nella colonna sonora del film con Richard Gere “Ufficiale e gentiluomo”, e “You can leave your hat on”, nella colonna sonora del film “9 settimane e mezzo” con Mickey Rourke e Kim Basinger (chi potrà più dimenticare i provocanti spogliarelli di quest’ultima e le sue movenze sulle note incalzanti del refrain del basso del brano di Cocker?).

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