Ricordando Pietro Esposito. Paracadutista castelvetranese caduto eroicamente a El Alamein

Parlare di Pietro Esposito, paracadutista castelvetranese caduto eroicamente a El Alamein, nel corso della seconda guerra mondiale è per me particolarmente difficile, tenuto conto che in suo onore porto orgogliosamente il suo nome.                

Era infatti mio zio, fratello più giovane di mia mamma, uno degli otto figli avuti dai miei nonni materni, 4 maschi  e 4 femmine. Si sa in quei tempi le famiglie erano particolarmente numerose.                  

Mio zio Pietro Esposito era uno degli ultimi arrivati in casa Esposito. Giovanissimo, decise di arruolarsi per dare il proprio contributo alla causa della Patria, coinvolta, purtroppo con ruolo da protagonista, nel dramma della seconda guerra mondiale. Di lui, da quel momento non si seppe più nulla. Neanche fu ritrovato il suo corpo. Il suo nome è iscritto nel sacrario di El Alamein come ESPOSITO PIETRO PARACADUTISTA 187° FOLGORE - MORTO IL 23/10/1942.

Una targa del sacrario ricorda che "IL LUOGO VIENE CONSACRATO AL RIPOSO DI 4800 SOLDATI MARINAI ED AVIERI D'ITALIA IL DESERTO ED IL MARE NON RESTITUISCONO I 38.000 CHE MANCANO".                

Molte ricerche sono state effettuate, fiumi d'inchiostro sono stati versati da esperti di storia militare: di mio zio Pietro Esposito non si è saputo più nulla. Pare fosse caduto ucciso da fuoco amico, in seguito ad un appostamento. L'ipotesi però è incontrollabile.

Il comune di Castelvetrano ne ha iscritto il nome glorioso tra i suoi figli caduti in guerra nel monumento a loro dedicato in piazza Matteotti.