C’era una volta “la Marinedda” tra "salati" e “li parati"
del 2016-04-26
C’era una volta un bel e ridente borgo marinaro chiamato Marinella di Selinunte, dove non si "respirava" il cemento o si sentivano i miasmi delle alghe. Le case dei pescatori erano allineate, povere ma suggestive. Non c’era il porticciuolo di adesso, le barche dei pescatori venivano buttate a mare o salite a forza di braccia a seconda delle mareggiate di scirocco o di ponente. C’era un aiuto reciproco tra tutti i pescatori che salivano le barche sulla spiaggia attraverso “li parati” sui quali veniva messu “lu sivu”, per rendere più facile le operazioni.
Negli anni 80-90 si aguzzò l’ingegno e si cominciarono ad usare vecchi motori diesel, collocati sulla strada, che venivano accesi quando ce n' era bisogno e attraverso delle robuste corde e dei ganci attaccati negli occhielli in ferro nei lati delle barche, le operazioni venivano di molto facilitate, soprattutto quelle di trasporto sulla spiaggia.
C’era anche allora l’incanto del pesce e spesso le sarde abbondanti venivano vendute direttamente anche sulla spiaggia nelle cassette di legno, soprattutto nel mese di Giugno quando si dicevano erano “grasse”.
Quando qualcuno capì che Marinella poteva avere uno sbocco turistico, la politica fece il “suo corso” autorizzando altissime costruzioni, cemento a mai finire, stravolgendo di fatto l’antico e suggestivo borgo di “la Marinedda”. Di quelle casette nemmeno l’ombra se non qualche edificio di “Lu salatu”, rimasto integro nella sua struttura.
Una politica più oculata, un progetto serio per Marinella avrebbe dato oggi un aspetto più ridente ad un borgo marinaro invece violentato dal cemento, da volumetrie e dall’ottusità dei politici che negli anni hanno autorizzato costruzioni mostruose.
Per la foto si ringrazia Giuseppe De Pasquale