Ricordando il "Pappagallaio" di CVetrano e quei biglietti che generavano sorrisi
del 2016-10-21
Durante gli ultimi festeggiamenti per il Santo Patrono di Castelvetrano, San Giovanni, mi è capitato d’incontrare, in mezzo alla moltitudine di gente che gremiva le vie tutt’intorno la meravigliosa omonima chiesa per la tradizionale fiera, un ragazzo che portava un variopinto pappagallo sul braccio sinistro.
Nella mano destra teneva una coloratissima scatola con una bella immagine intagliata della Sicilia sul fondo e un cassettino aperto che conteneva dei bigliettini piegati di vario colore. Chi voleva, dietro un piccolo compenso, poteva farsene prendere uno a caso dal pappagallo che col suo becco adunco, allungando il piccolo collo, lo pescava in mezzo ai tanti e aspettava che il casuale avventore glielo tirasse fuori dal becco. Il bigliettino conteneva dei pensierini graziosi ai quali si poteva dare credito oppure farsi una leggera risata.
Quella scena mi ha fatto ricordare quando negli anni sessanta si vedeva per le strade di Castelvetrano il pappagallaio. Termine certamente improprio, ma che mi lascerete passare poiché rende bene l’idea.
Era un signore anch’egli con un pappagallo sul braccio o sulla spalla, con una scatola variopinta appesa come tracolla. Anch’egli faceva pescare al pappagallo un bigliettino che dava agli occasionali clienti, per lo più gentili signore o signorine, che aprendolo leggevano il pensierino in esso contenuto. Anch’esse, dopo la lettura del messaggio, accennavano a un sorrisino o rimanevano impassibili.
Qualche anno dopo sono stati i responsabili marketing della Perugina a sfruttare questo simpatico sistema inserendo nei famosi “Baci” i bigliettini che ben tutti conosciamo.