Bullismo. Lo spettatore "neutrale" colpevole come il bullo? Il parere della Dott. ssa Modica
di: Dott.ssa Fabrizia Modica - del 2016-10-29
Succede pochi giorni fa a Muravera (un paese situato a sud della Sardegna); una quattordicenne insulta e picchia violentemente una compagna minacciandola di ucciderla. L’ennesimo episodio di bullismo che purtroppo ormai non ci stupisce, visto gli innumerevoli fatti di cronaca che ci raccontano di “bulli” e di “vittime” soprattutto all’interno degli ambienti scolastici.
Questo episodio, diventato virale nei social, ha fatto molto discutere non solo per la brutalità con cui l’adolescente colpiva la coetanea ma per la presenza dei compagni di scuola che guardavano divertiti intenti a riprendere la scena con il proprio smartphone mentre incitavano la bulla alla violenza. Nella maggior parte dei casi , infatti, gli episodi di bullismo avvengono in presenza del gruppo di coetanei. Parliamo di spettatori neutrali che assistono per scelta (spinti dalla curiosità) o perché costretti (quando la violenza si verifica in classe) .
Gli spettatori hanno un ruolo molto importante, poiché, a seconda del loro atteggiamento, possono favorire o porre fine alla violenza. Ma cosa spinge lo spettatore a non reagire di fronte ad un episodio di bullismo?
I motivi possono essere diversi: uno dei più diffusi è quello della paura che si prova nei confronti del bullo: gli spettatori in questo caso preferiscono astenersi dall’intervenire per paura di potere rimanere coinvolti nell’episodio di violenza o di poter avere delle ripercussioni all’interno dell’ambiente scolastico. Un altro motivo è legato alla mancanza di forza e di coraggio che crea nello spettatore una spaccatura, da un lato la voglia di intervenire per porre fine alla situazione, dall’altra la consapevolezza di non averne i mezzi.
Capita invece che lo spettatore condivida il gesto del bullo e che spinto dalla stessa antipatia per la vittima lo inciti a continuare la sua vessazione. All’interno del gruppo degli spettatori possiamo anche rintracciare coloro che non agiscono per indifferenza; in questo caso l’episodio di bullismo non suscita nessuna reazione allo spettatore che non si schiera né dalla parte del bullo né da quella della vittima.
Qualunque sia la motivazione che spinga lo spettatore a non agire di fronte all’episodio di bullismo bisogna che le figure di riferimento come genitori ed insegnanti educhino bambini e ragazzi ad utilizzare delle strategie ben precise per fermare le prepotenze: come ad esempio far intervenire gli adulti; aiutare la vittima includendola nel proprio gruppo di pari, o sollecitando i pari a non appoggiare i bulli.
La vittima avrà così la possibilità di sentirsi accolta e supportata dal proprio gruppo dei pari riconoscendo in loro un’opportunità per poter chiedere aiuto.