Da Partanna alla NASA tra progetti aerospaziali e astronautica. Intervista a Dario e Antonietta
del 2016-11-07
Dario Riccobono e Antonietta Conte (in foto) hanno molto in comune. Entrambi ingegneri aerospaziali, entrambi laureatisi al Politecnico di Torino, diplomati al liceo scientifico di Partanna. Entrambi partannesi. Due giovani promesse e vanto di questa terra, che con caparbietà, sacrifici ed impegno hanno raggiunto un traguardo per molti rappresentante un sogno, ossia lavorare alla NASA, l’agenzia aerospaziale più famosa del mondo, dopo aver già collaborato all’interno nel team DIANA che si occupa di robotica spaziale.
La redazione di Castelvetranonews li ha raggiunti per un’intervista a due per raccontarvi come si può sognare l’impossibile in Italia, e volare negli Stati Uniti per renderlo possibile in un “luogo” simbolo e mito per l’immaginario collettivo.
Dario, Antonietta parlateci un pò di voi..
D: Sono cresciuto a Partanna dove ho conseguito la maturità scientifica al liceo "D. Alighieri”. Sono sempre stato molto curioso di scoprire come funzionasse l'Universo. Da piccolo mi affascinava osservare il cielo stellato cercando di immaginare quali meraviglie si celassero nelle profondità del cosmo. Per queste ragioni ho sempre avuto una grande passione per la Scienza in generale e per l'astronomia e l'esplorazione spaziale in particolare. Ho pensato dunque che il corso di laurea in ingegneria aerospaziale potesse darmi la formazione che cercavo. Dopo la maturità mi sono dunque trasferito per iniziare la mia carriera accademica al Politecnico di Torino.
A: Ho vissuto a Partanna fino alla maturità scientifica, conseguita, anch’io, all’istituto “Dante Alighieri”. In seguito mi sono iscritta al corso di laurea in Ingegneria Aerospaziale al Politecnico di Torino, ho conseguito la laurea triennale e ho frequentato i successivi due anni di specialistica. E’ stata la passione per l’esplorazione spaziale che ha guidato la mia scelta.
Raccontateci brevemente le tappe delle vostre carriere accademiche
D: Ho conseguito la laurea triennale in ingegneria aerospaziale nel luglio del 2014. Attualmente sono iscritto all'ultimo anno della laurea magistrale in ingegneria spaziale e astronautica. Nel corso dell'ultimo anno ho partecipato, insieme a dei colleghi, a due competizioni internazionali su temi riguardanti la pianificazione di missioni spaziali. Insieme agli stessi colleghi ho presentato, a Settembre scorso, uno studio per una missione umana diretta verso Marte al 67° International Astronautical Congress tenutosi a Guadalajara (Messico).
A: Dopo la maturità scientifica mi sono iscritta al corso di laurea in Ingegneria Aerospaziale al Politecnico di Torino dove ho conseguito la laurea triennale e ho frequentato i successivi due anni di specialistica.
Quali progetti state seguendo o inizierete a seguire?
D: Attualmente sto svolgendo un periodo di ricerca di 6 mesi al Jet PropulsionLaboratory, un centro di ricerca della NASA situato a Pasadena, California. Qui faccio parte del RoboticVehicles and Manipulators Group.
A: Condurrò il lavoro di ricerca all’interno del “Propulsion and Fluid Flight Systems group”.
Quale emozioni avete vissuto e vivete tutt’oggi?
D: Sono onorato di avere l'opportunità di poter apprendere dai professionisti che hanno contribuito in modo così determinante all'esplorazione del Sistema Solare.
A: Sono davvero molto entusiasta di avere la possibilità di svolgere un lavoro di ricerca in un centro d’eccellenza del settore aerospaziale, di potermi confrontare con specialisti del settore e di contribuire allo sviluppo di progetti all’avanguardia.
Quali erano le vostre esperienze lavorative di partenza?
D: Si è trattato di una competizione internazionale il cui obiettivo è stato quello di progettare una missione umana che effettuasse un sorvolo ravvicinato di Marte e ritornasse sulla Terra. Insieme ad alcuni colleghi abbiamo deciso di partecipare con una nostra proposta. Dopo un lungo processo di selezione abbiamo conquistato il 5° premio nel corso della finale che si è svolta a Washington lo scorso Settembre. Siamo stati l'unico team italiano ad ottenere tale risultato.
A: Durante il percorso universitario ho lavorato all’interno del team DIANA, un team che si occupa di robotica spaziale. E’ stata un'esperienza che mi ha profondamente condizionato. Ho avuto, infatti, l'opportunità di lavorare al fianco di persone straordinarie prendendo parte a progetti estremamente affascinanti e formativi. Successivamente ho svolto un internship nella Propulsion and Aerothermodynamicsdivision dell’European Space Research and Technology Centre (ESTEC), un centro dell’ Agenzia Spaziale Europea situato a Noordwijk. Al momento mi trovo in California per svolgere un lavoro di ricerca presso il Jet PropulsionLaboratory, un centro della NASA a Pasadena.
Nel team ci sono anche italiani?
D: Si, nel team è presente un altro studente italiano del Politecnico di Torino.
A: Si, nel team è presente anche un’altra ragazza italiana.
Qual è il vostro parere in merito alla fuga dei cervelli dal nostro paese?
D: Si dovrebbe dare più valore a quella che è una delle maggiori ricchezze di un Paese.
A: In base alla mia esperienza personale ho potuto constatare che all’estero viene dato un grande incentivo all’intraprendenza, alla voglia di fare, all’inventiva, vedendo nella ricerca una risorsa imprescindibile.
Cosa vi aspettate da questo progetto?
D: Mi auguro di poter contribuire con il mio lavoro al proseguimento dell'entusiasmante avventura dell'esplorazione spaziale.
A: Vedo in questa esperienza una grande possibilità per mettere in pratica e ampliare le mie attuali conoscenze e una grandissima occasione per crescere sia dal punto di vista umano che professionale.
Ritenete che esplorare lo spazio sia fondamentale per l’uomo oggi?
D: Le ricadute della ricerca nel settore spaziale ci circondano quotidianamente e hanno contribuito a migliorare enormemente la qualità della nostra vita, basti pensare ai progressi nei settori dell'elettronica, dei materiali e della medicina, solo per citarne alcuni. D'altro canto l'Umanità è stata da sempre guidata dall'insaziabile sete di conoscenza e dalla curiosità di scoprire l'Universo. Si tratta di una tra le ricerche più nobili da perseguire. Stiamo vivendo un'epoca in cui l'Umanità si appresta a divenire una specie multiplanetaria.
Così come in passato l'Uomo si è via via espanso su tutto il Pianeta, adesso si appresta a colonizzare nuovi mondi. Per di più l'esplorazione spaziale ci ha fornito un nuovo punto di vista attraverso il quale guardare al nostro Pianeta. Siamo divenuti più consapevoli di quanto fragili siano gli equilibri che permettono alla vita di prosperare sulla Terra e di quanto le nostre attività stiano profondamente condizionando tali equilibri. In definitiva la ricerca nel settore spaziale ci dà una visione a tutto tondo di ciò che ci circonda e vale sicuramente ogni centesimo dell'investimento speso
A: Penso che l’esplorazione spaziale sia una grande fonte di ricchezza e credo che la voglia di scoprire ed esplorare siano un’esigenza intrinseca nella natura umana. L'esplorazione dell'ignoto, il progresso scientifico, quello tecnologico sono stati i motori più forti nella storia dell'esplorazione spaziale. La ricerca è un processo incessante che ha accompagnato, accompagna e accompagnerà l’uomo in tutti i passi fondamentali della propria evoluzione.
Stare lontano dall’Italia quanto vi pesa in termini di mancanza affettiva dei vostri cari e della vostra terra?
D: Devo molto alla mia terra, la quale mi ha formato e reso ciò che sono. Essere lontano da casa è sicuramente un sacrificio non indifferente, tuttavia esso è ampiamente ripagato dalle soddisfazioni professionali.
A: Sento un forte legame con la mia terra. Vivere lontana da casa e dagli affetti è certamente uno degli aspetti più critici di questo tipo di esperienze, ma anche un sacrificio necessario se si vogliono perseguire i propri sogni.
La Redazione di Castelvetranonews ringrazia Antonietta e Dario per la disponibilità e fa un grosso in bocca al lupo per la loro carriera in ascesa.