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Bugiardo occasionale o compulsivo? Ecco i sei modi per riconoscerlo

di: Dott.ssa Fabrizia Modica - del 2016-11-22

Immagine articolo: Bugiardo occasionale o compulsivo? Ecco i sei modi per riconoscerlo

 A tutti noi sarà capitato almeno una volta nella vita di avere la sensazione che il nostro interlocutore ci stia raccontando delle menzogne. È vero, le bugie hanno le gambe corte ed il naso lungo e quindi prima o poi si spera che la verità salti fuori ma possiamo comunque utilizzare qualche semplice tecnica per accertarci prima possibile della mancata sincerità di chi abbiamo di fronte.  

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  • Occorre innanzitutto fare una distinzione tra alcune tipologie di bugiardo: il bugiardo occasionale. Sarà capitato a ciascuno di noi di dovere mentire per proteggere noi stessi o una persona a noi cara. Questo atteggiamento è da considerarsi assolutamente nella norma dal momento che si verifica raramente (e spesso anche con scarsi risultati).

    Il bugiardo compulsivomente per abitudine e non perché debba ottenere qualcosa di specifico. Mentire gli fa sperimentare una sensazione di benessere rispetto a quando racconta la verità.  Il bugiardo patologico mente incessantemente per ottenere qualcosa  senza curarsi della conseguenze che questo suo modo di fare comporta.  

    Per riconoscere se la persona con cui ci stiamo relazionando mente possiamo adottare dei piccoli accorgimenti:  

    1. Porre attenzione al modo di parlare. Il bugiardo all’inizio della comunicazione parla poco e lentamente facendo allo stesso tempo uso di molti particolari che gli danno il tempo di formulare la bugia, una volta realizzata in testa la propria bugia aumenta la velocità del racconto.  

    2. Il bugiardo rafforza le proprie affermazioni utilizzando spesso frasi come “se devo essere sincero…”, “onestamente…”, “a dire il vero…”.

    3. Le espressioni. Le espressioni di chi mente sono sempre molto forzate. Possiamo inoltre porre la nostra attenzione su alcuni movimenti facciali spesso utilizzati come ad esempio spalancare le narici, sbattere ripetutamente le palpebre, mordicchiarsi il labbro.  

    4. Pone le distanze tra sé e l’oggetto del discorso. Chi mente è solito utilizzare distanziarsi dall’oggetto in questione e lo fa accompagnandone il nome con l’aggettivo dimostrativo “quello/a” , ad es “ non ho mai visto quella donna”.

    5. Si contraddice. Porre delle domande incalzanti può portare il bugiardo a contraddirsi in quanto non gli si da il tempo necessario di formulare la bugia.

    6. La via di fuga. Per evitare di cadere in errore, il bugiardo non si intrattiene mai per troppo tempo in una conversazione. Una parte del suo corpo sarà sempre rivolta verso la via di uscita più vicina. 

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    Effeviauto 6 gennaio 2025