"Lottare" con onde e vento o "smotorare" in un mare bianco e monotono? Il racconto del Prof. Agate
di: Prof. Gaspare Agate - del 2016-12-15
Sarà meglio rischiare di lottare con onde e vento o"smotorare" in un mare bianco e monotono?
Questo è il dilemma di ogni velista quando si trova alle prese con una traversata. Se il tempo è stabile, caratterizzato magari da un'alta pressione che insiste sulla zona da più giorni, ecco che nelle traversate bisogna rassegnarsi a "smotorare", cioè lunghe ore a motore.
Vi proponiamo l'interessante racconto del Prof. Agate: " Lasciata la costa e la gradevole brezza che riesce a darti una buona spinta per un po' di miglia, ecco che mano mano il mare biancheggia e bisogna continuare la navigazione a motore e in questi casi non è raro imbattersi a bordo del mie veliero in foschie o vera e propria nebbia.
Odio questa situazione climatica, può andar bene per un equipaggio che sonnecchia mentre le ore si mangiano le miglia e un borbottio metallico cadenza il tempo che scorre lento e monotono, ma non per me. Preferisco aspettare qualche giorno il vento e navigare sfruttando una bolina larga o un traverso.
Quando si compie la magia: su la tela e tutti a dare una mano, le vele troneggiano impetuose nella distesa blu e tutti veniamo avvolti e coccolati dal dondolio della barca. In questi casi, soprattutto se il vento rinforza un po', non è difficile guadagnarsi anche qualche secchiata d'acqua salata, ritrovandosi a lottare con un mare, ancora amico, ma che ci tiene a farsi notare e precisare chi comanda. In questa situazione, sicuramente, la considerazione verso di lui cresce e viene spontaneo portargli rispetto e dargli del "Lei" cosa che spesso intimorisce le donne e i bambini.
Il mio equipaggio è a carattere familiare, io mia moglie e i miei due figli, equipaggio ormai rodato da diversi anni, anzi posso dire che i miei figli sono cresciuti di crociera in crociera sulle due barche. che si sono susseguite in questi ultimi 20 anni. Così di anno in anno mi sono guadagnato l'appellati di "bugiardo", visto che prima di ogni traversata giuro é spergiuro che avremo mare calmo e invece regolarmente ci trovavamo a ballare, ma ormai lo sapete: `meglio lottare che smotorare.
Tutto questo fino a una fatidica estate, quando ho dovuto letteralmente combattere un Nord Ovest forza 7 da Madhia a Lampedusa. Vicenda che ha fatto giurare al mio equipaggio: “mai più lottare con le onde”, tanto che a quello condizioni preferivano trascorrere le vacanze in un chiassoso villaggio piuttosto che ripetere un’esperienza come quella.
Di contro ho dovuto promettere sulla barca, che mai li avrei ricacciati in una situazione del genere e che da ora in poi ci saremmo mossi sempre con mare calmo, quindi avrei preferito “smotorare” piuttosto che lottare con vento, onde e secchiate di acqua salata. Ormai mia figlia è grande, ha compiuto i suoi diciotto anni e ogni estate è combattuta se far vacanze con noi o con gli amici. Così son dovuto scendere a patti: lei viene in crociera con noi nel mese di luglio e io mi impegno a rientrare in porto per i primi dì agosto per darle la possibilità di passare ferragosto con gli amici.
Anche quest'anno siamo partiti tutti insieme per due settimane da trascorrere tra Pantelleria e Capo Bon.
Una vacanza tranquilla e del resto dovevo accontentarmi rinunciando ai soliti 25 giorni da passare tutti insieme nello stesso guscio. Ma il buon Dio ascolta sempre le preghiere dei marinai, infatti la scorsa estate è stata caratterizzata da una serie di perturbazioni, susseguitesi una dietro l'altra, che forse hanno rovinato la crociera a qualcuno ma di sicuro hanno contribuì a che la mia potesse essere più lunga e meno monotona.
Avevo preso un impegno questa volta l'ho mantenute "Mare mosso non si parte aspettiamo l'alta pressione poi torniamo" ed ecco che così posso dire di essere stato uno dei pochi a essere contento del brutto tempo, grazie al quale, infatti, ho potuto trascorrere tre settimane abbondanti con tutta la famiglia, una in più di quanto preventivato a bordo della cosa che, dopo loro, amo più di tutto: la barca. Come è finita?
Quando ci siamo stancati tutti ed è tornata voglia dì casa, con un bel Maestrale in poppa ho riguadagnato il largo e la fiducia del mio equipaggio, veleggiando per due giorni verso il porto di Sciacca. Non mi resta che augurarmi una nuova estate con tutta la mia famiglia presso le isole Eolie, meta della prossima stagione, sempre a luglio e se serve con un po' di brutto tempo così da allungare la crociera.