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Addio Peppe,  il "nostro" Tony Curtis dai modo gentili e dalla simpatia innata". Il ricordo di Gigi Simanella

del 2017-08-11

Immagine articolo: Addio Peppe,  il "nostro" Tony Curtis dai modo gentili e dalla simpatia innata". Il ricordo di Gigi Simanella

Superato un primo momento profondamente emozionale e stimolato dall’amico editore Indelicato, provo a tracciare un profilo spero degno dell’esimia persona ch’è venuta a mancare in questi giorni. Parlo del fraterno amico professore Giuseppe Giannilivigni. Fu il ragioniere Piero Chiofalo a farmelo conoscere in occasione del matrimonio di Peppe (così l’ho sempre chiamato, anzi Peppù) con Domenica (Mimma) Licata, docente d’inglese.

  • Fratelli Clemente Febbraio 2023 a7
  • Ricordo che allora, era il 1990, andavo a suonare ai matrimoni vestito da “Borsalino”. Il loro si svolse a Trapani, in un bel ristorante lungo la statale per Valderice. Allietai con la mia musica quei momenti belli e indimenticabili che diedero inizio a una bellissima storia d’amore tra Peppe e Mimma. Anche Piero, testimone e compare di nozze, intervenne con la sua voce calda e accattivante, dedicando ai novelli sposi qualche brano del suo repertorio.

    Da quel giorno cominciammo a frequentarci consentendo sin da subito la nascita d’un sentimento di reciproca simpatia condita da molte affinità umane e di pensiero. Accanto a noi sempre Piero e la moglie Mariella. Peppe aveva un corpo molto slanciato e, per la sua somiglianza con un notissimo attore statunitense, era definito il Tony Curtis castelvetranese.

    Dall’anno 2001 in poi, Piero organizzò nella sua villetta di Triscina delle indimenticabili serate in cui invitava alcuni amici per trascorrere assieme delle ore spensierate divertendoci a cantare, suonare e, perché no, recitare. Fu in quelle occasioni che sia Peppe sia Mimma si rivelarono delle persone veramente affabili e gentili. Non ebbero alcuna remora a farsi coinvolgere in alcune scenette improvvisate, a tema, che ci hanno permesso di consolidare un’amicizia che si fece giorno dopo giorno sempre più intima.

    Le scenette riscossero un tale successo da invogliare il regista Riccardo Mangano a scrivere il copione di “Un giro in barca”, un film amatoriale le cui riprese ci tennero impegnati per tutta l’estate del 2002. Peppe si rivelò fra gli attori più bravi, entrando perfettamente nella parte del personaggio che doveva interpretare, anche se né lui né tantomeno noi avevamo mai avuto alcuna esperienza in merito. Lo scopo è stato soltanto quello di divertirci nonostante la nostra non più giovane età.

    Un altro fattore positivo che fece da collante alla nostra amicizia fu quando Mimma ed io ci ritrovammo colleghi nella stessa scuola, l’“Alberghiero” di Castelvetrano, lei come insegnante e io come amministrativo. Questo contribuì notevolmente a rafforzare un sentimento di reciproca stima e sovente c’invitavamo per trascorrere qualche bella seratina assieme. Peppe era anche un bravissimo cuoco e preparava con estrema cura e dedizione, elementi che lo contraddistinguevano, i suoi succulenti piatti.

    Dieci anni fa decisi di smettere con la mia attività musicale per dare sfogo a un’altra innata passione, quella di scrivere. Per il mio primo lavoro letterario imperniato sulla storia del bandito Giuliano, fu a Peppe che mi rivolsi come correttore di bozza. Egli, oltre a essere un eccellente docente d’inglese, conosceva altrettanto bene la lingua italiana e il suo aiuto si rivelò indispensabile.

    Con lui ripresi molte regole grammaticali posteggiate nel dimenticatoio e diverse tecniche descrittive e narrative che m’aiutarono moltissimo a sviluppare uno stile letterario che ben presto prese corpo nelle altre mie pubblicazioni. Peppe fu sempre al mio fianco, attento a ogni virgola o a qualsiasi altra punteggiatura mal riposta.

    Accanto a noi il fratello di Piero, Salvatore, scomparso anch’egli di recente, mente storica del gruppo. Il suo ruolo era d’intervenire ogni qualvolta lo interrogavo su alcuni personaggi castelvetranesi o su fatti accaduti negli anni che ho trattato nel libro. Salvatore era sempre preparato, poiché conosceva tutto e tutti della nostra bella città.

    Eravamo un trio affiatatissimo e insieme abbiamo regalato pagine di storia assolutamente inedite d’una Castelvetrano che meritava certamente la pubblicazione d’accadimenti che l’hanno interessata da vicino. Lo stesso dicasi per la ricostruzione storica di tutto ciò ch’è stato musica a Castelvetrano, argomento trattato nel mio secondo lavoro letterario sempre insieme a Peppe e Salvatore.

    Nell’ottobre del 2010, tutti e tre siamo stati presenti alla riesumazione, dopo sessant’anni, dei resti del corpo del famoso bandito. Fu un’esperienza molto coinvolgente e unica anche perché fummo intervistati da tutti i maggiori network nazionali presenti quella mattina a Montelepre.

    Quando tre anni fa decisi di trasferirmi a Civitavecchia, provocai un grande dolore sia nell’animo di Peppe sia in quello di Salvatore, manifestatomi da entrambi con dimostrazioni di profondo affetto e fiducia. Credo sia stata quella improvvisa e inaspettata partenza ad accendere una miccia che ha fatto scoppiare, in un ristretto lasso di tempo, la tragedia. Da lì a poco Mimma si ammalò e, pur avendo combattuto in maniera energica e determinata com’era suo carattere, giorni fa ha chiuso serenamente la sua parentesi terrena. Nel frattempo Peppe, oramai puntato da una sorteria, era stato investito da un’auto e si trovava ricoverato a Palermo in stato comatoso.

    Negli ultimi giorni, dalle notizie fornitemi dalla figlia Alessia, avevo saputo ch’era uscito dal coma dando sensibili segni di ripresa. La notizia m’aveva lasciato estremamente speranzoso e non vedevo l’ora di tornare, anche per pochi giorni, a Castelvetrano, per andare a trovarlo in ospedale e abbracciarlo con quella tenerezza che solo due bambini riescono a trasmettere. Non è stato così.

    Temo che dopo aver appreso della tristissima notizia di Mimma, si sia lasciato andare ponendo termine a quella bellissima storia d’amore iniziata nel lontano 1990. Ciao Peppe, ciao Mimma e ciao anche a te Salvatore, amici miei di sempre e per sempre. Non so quando vi raggiungerò in quel posto magnifico che si chiama cielo, ma so che mi state aspettando e quando saremo di nuovo insieme potremo riprendere a scrivere, in una dimensione diversa da quella terrena, tante altre storie magari di mondi a noi lontani e sconosciuti.

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    Effeviauto 6 gennaio 2025