La serenata tra folk, musica e storia. Quando una canzone è anche poesia d'amore
di: Solidea Guzzo - del 2017-11-03
Passano gli anni, passano gli usi e i costumi, la gente cambia insieme al suo modo di vedere e pensare le cose, ma per fortuna non cambia la passione nutrita per il folklore e la tradizione. Infatti, oggi, esistono ancora persone coraggiose impegnate a tramandare i segreti folkloristici del passato, preservandoli dalla perdita e dall’anonimato, come purtroppo è spesso accaduto. Per fortuna anche nell’ambito musicale molti aspetti tradizionali continuano a persistere, ne è un esempio l’uso molto diffuso di “serenate”.
La serenata è un canto d'amore, accompagnato da vari strumenti musicali come la chitarra o la fisarmonica, in cui da tradizione, lo sposo insieme ai musicanti si riunisce sotto il balcone dell'amata la sera prima delle nozze e le dedica un canto d'amore da lui scelto. Semplici parole che lo sposo sussurrava per esprimere il proprio amore alla futura sposa.
Io stessa, in prima persona, confermo la grande diffusione di serenate al giorno d’oggi, in quanto facendo parte di un gruppo folk, spesso veniamo contattati per svolgere attività di questo tipo, e ogni volta è un’esperienza entusiasmante.
Sono molti i cantanti siciliani che arrangiano simili composizioni d'amore, rendendoli unici memorabili, unendo passato e presente. Ricordiamo, ad esempio, per citarne una, due bellissime serenate della band capitanata da Lello Analfino, i “Tinturia”: “Nicuzza” e “Cocciu d’amuri” (quest’ultima indimenticabile colonna sonora del film di Ficarra e Picone, “Andiamo a quel paese”), i cui testi sono delle vere e proprie poesie d'amore in grado di fare emozionare chiunque.
