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Il sabato Santo e la tradizione scomparsa del telo celeste con l’effigie del Cristo risorto

di: Vito Marino - del 2018-03-31

Immagine articolo: Il sabato Santo e la tradizione scomparsa del telo celeste con l’effigie del Cristo risorto

(ph. INO MANGIARACINA)

Dopo la veglia funebre del Venerdì Santo, il sabato mattina all’alba, nella chiesa dell’Addolorata si toglieva tutto il segno del lutto, dentro e fuori e si chiudeva il portone; quindi si effettuavano i preparativi per la Santa Messa e per la funzione della resurrezione di Gesù Cristo per le ore 12.

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  • La statua della Madonna, che era stata posta sopra un tavolo per essere adorata dai fedeli, veniva collocata sopra l’altare. Davanti la statua della Madonna veniva collocata la statua del Cristo Risorto e tutto l’altare veniva ornato di candele e fiori. Una volta c’era l’usanza, presso la chiesa Madre, di tenere nascosto l’altare maggiore, nei 40 giorni dopo il Carnevale, con un telo celeste. Il giorno del Sabato Santo a mezzogiorno, quando i preti cantavano “gloria in excelsis Deo”, si abbassava il telo e compariva l’effigie del Cristo risorto.

    Nello stesso momento le campane di tutte le chiese, che non suonavano più dal Giovedì Santo suonavano allegramente a distesa; quindi, per come soleva dire il popolo, “s’asciugghianu li campani”. Il Cristo risorto restava esposto sull’altare fino al giorno dell’Ascensione. In alcuni paesi della Valle del Belìce le statua del Cristo Risorto si faceva scattare fuori dalla tomba con delle molle azionate da contrappesi (màzzara) e si ergeva sull’altare.   

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  • Fino al 1 aprile del 1956 la Resurrezione di Cristo veniva celebrata a mezzo giorno del Sabato Santo; accompagnata dal suono festoso delle campane. Le persone che erano in Chiesa  o in strada s’inginocchiavano e baciavano il terreno direttamente con la bocca, come segno di ringraziamento e giubilo per la resurrezione di Gesù; chi non si poteva inginocchiare faceva il segno con le dita della mano.

    Contemporaneamente gli uomini si toglievano il cappello o il berretto, come segno di rispetto, per tutto il periodo che suonavano le campane a festa. Siccome questa funzione dopo il ’56 venne spostata a mezza notte, orario in cui la maggior parte delle persone dormono, tutta la cerimonia scomparve.

    Durante questo giorno, chi aveva fatto voto per grazie ricevute, manteneva il digiuno cibandosi soltanto di pane e acqua; questa usanza fu sostituita con la semplice astinenza della carne e da qualsiasi forma di divertimento in segno di lutto.             

    VITO MARINO

    Foto Ino Mangiaracina

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