Ricordando Padre Melchiorre Geraci. Quando l'ora di religione diventava momento di cultura e filosofia
di: Pietro Errante - del 2018-04-14
Nell' ambito nella rubrica "I ricordi di un cronista" pubblichiamo la riflessione di Pietro.Errante. Dei ricordi più vividi della mia sempre più lontana gioventù, ricordo un episodio accaduto quando ero studente del Liceo Classico Giovanni Pantaleo di Castelvetrano. In quegli anni(1969/70) ebbi la fortuna di avere come insegnante di religione una delle figure più singolari mai conosciute: padre Melchiorre Geraci che fu per molti anni l’arciprete della Chiesa Madre.
Di solito per gli studenti l’ora di religione rappresentava quasi un momento di ricreazione: c’era chi si preparava per la lezione successiva, chi se ne stava con le mani in mano a non far nulla, chi a far baldoria. Con padre Melchiorre Geraci questo non avveniva mai: dall’alto della sua sconfinata cultura riusciva a coinvolgerci negli argomenti religiosi che sfociavano in dispute filosofiche coinvolgenti l’intera classe.
Un ricordo in particolare resta scolpito nella mente. Cercai di stuzzicarne la verve filosofica che era sempre una sua prerogativa e gli chiesi, durante una disputa sull’esistenza di Dio: “Come posso credere in qualcuno che non vedo? Come fa la mia ragione a spiegarsi l’esistenza di un Essere trascendente invisibile che non vedo”.
Mi guardò da dietro i suoi occhialini rotondi e con i vetri molto spessi, mi puntò l’indice della mano destra e mi rispose: “ Se io ti dimostro che è possibile credere in qualcuno che non si vede, tu crederai?” “Certamente” risposi senza esitazione. “Ti è mai capitato di salire in terrazzo e di guardare in lontananza il passaggio di un treno?” chiese padre Geraci.
“Tante volte” risposi. Allora abitavo in via Campobello proprio vicino alla strada ferrata Castelvetrano-Trapani. Di treni ne vedevo passare tanti. “Avrai dunque visto il treno che scorre sui binari-aggiunse padre Geraci- eppure, data la distanza, non ti è possibile vedere il macchinista. Il treno si muove ma non vedi chi lo guida. Eppure ci deve essere un macchinista se no il treno non potrebbe muoversi”. “Potrebbe essere telecomandato-aggiunse- ma occorre che qualcuno lo telecomandi”.
“Fai conto che Dio è come un macchinista di treno: tu sei troppo distante per vederlo ma intanto il treno si muove”. "Eccoti dimostrato che si può credere a ciò che non si vede". Restammo tutti di stucco e scattò l'immancabile applauso al grande Padre Geraci.