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(VIDEO) Il Carnevale a Castelvetrano e quelle "competizioni" tra i Circoli dove si ballava vestiti in maschera

di: Pietro Errante - del 2018-02-10

Negli anni dell’immediato dopoguerra il carnevale castelvetranese era molto sentito. La gente dopo gli orrori della guerra aveva voglia di divertirsi, anche alla buona, senza particolari artifizi. Bastava un garage, una saletta, uno spazio qualsiasi dove si sistemavano delle sedie negli spazi perimetrali, maschera d’obbligo di vecchio caro Dominò, qualche guantiera di tetù o dolci di mandorla, un’orchestrina di dilettanti ed il gioco era fatto.

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  • Me ne raccontò di questi carnevali il mio papà, Ascenzio Errante, violinista dilettante indimenticato che i più anziani ricorderanno. Con una piccola orchestra ed una cantante, rallegrava i carnevali della Sala Azzurra, del Le Mirage, della Società operaia. Seguirono gli anni del boom economico, della spensieratezza, senza auto, senza telefonini, senza computer, senza social, con tanta goliardia, con le maschere che giravano per strada vestiti col solito dominò, poi con i pierrot, gli arlecchini, le colombine.

    E vennero gli anni 70 con i carnevali dei circoli, grande competizione tra Circolo della Gioventù e Circolo Pirandello, ma anche la Società Operaia, il Club Itria, il Cinema Capitol, il Cinema Palme, lo Zeus Hotel si contendevano la palma del miglior carnevale. Orchestrine di un certo livello allietavano quei carnevali, famiglie intere a ballare con disinvolta spensieratezza, città che pulsava economicamente con i limiti imposti dall’insularità di una Sicilia sperduta e lontana.

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  • Il culmine dei festeggiamenti era sempre la lettura di "lu testamentu di lu Nannu e la Nanna" letto in piazza Garibaldi davanti a migliaia di persone. Testi nobilitati da un certo valore letterario recitavano le vicende principali di personaggi che si erano distinti nel corso dell’anno. Non mancavano i giochi d’artificio, il passaggio del carro allegorico per le strade della città, la presenza di personaggi apotropaici che avevano il compito di allontanare il malocchio o comunque ogni possibile negatività. Oggi a Castelvetrano non c’è molta voglia di festeggiare, i motivi sono noti a tutti.

    La nostra città è piombata in un clima di diffidenza, di scoraggiamento, di oscurantismo quasi medievale che impedisce la realizzazione di feste e festeggiamenti.​

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