Quando non c'erano gli smartphone e a Salemi ci si ritrovava "a lu chianu"
del 2018-03-07
"Sopravvissuti senza smartphone". Sembrerebbe il titolo di un film, ma in realtà è una affermazione pronunciata da buona parte degli adulti del 2018.
Tutti hanno un tempo mitologico da rimembrare con sospiri di nostalgia che corrisponde a quello della propria adolescenza, il periodo che di solito si vive con maggiore intensità; un periodo in cui tutto era più facile, più bello, più divertente. La dance era più ballabile, i look erano più trendy, le amicizie più vere, le canzoni più romantiche…
In quegli anni, a cavallo tra i 60 e i 70, ancora non esistevano gli smartphone e tanto meno i social. Appena suonata la campanella dell'ultima ora, si usciva da scuola e tutti allegri e gioiosi si tornava a casa.
Da soli o in compagnia di qualche amichetto, si tornava tranquillamente a casa, oggi sembra assurdo ma allora era normale così, i genitori non avevano alcun timore, non vi erano per strada "i pericoli" di oggigiorno. Il venerdì, per le vie di Salemi, si correva per arrivare in tempo ad ascoltare in radio la trasmissione di Lelio Luttazzi delle 13,10: Hit Parade.
Si attendeva per tutta la settimana con gioia e frenesia perché si ascoltavano le 10 canzoni più vendute del momento, Morandi, Celentano, Milva, Mina, Zanicchi, Beatles, Rolling Stones... una vera goduria. Finito poi il pranzo con i genitori, ci si riuniva con qualche compagno di scuola per fare i compiti.
Prima possibile, ovviamente perchè appena finiti si aveva la libera uscita. A Salemi, a parte la parrocchia dove l'Azione Cattolica teneva impegnati i ragazzi con il catechismo o con giochi vari come carte, ping pong, bigliardino, ecc..., il luogo per eccellenza, per socializzare, era piazza della Libertà, comunemente detta "u chianu".
In particolare l'angolo destro della piazza, venendo da via Giovanni Amendola (strata mastra). Questo angoletto era il fulcro della gioventù salemitana. Qui, intorno alle 17-18, ci si incontrava, ci si soffermava in attesa dei ritardatari, si decideva il da farsi, dopo tanti discussioni e dopo &aver verificato soprattutto la propria disponibilità finanziaria, cioè dopo aver contato bene i pochi spiccioli in tasca.
Si optava quindi per un film da vedere al Cine-teatro Italia o al Cinema Roma, oppure per una passeggiata, discutendo di calcio o musica leggera, lungo il viale di via Marsala (u stratuni Marsala). Altra soluzione molto gettonata fra noi, infine, era rimanere lì, all'angoletto per sfidarsi al bigliardino nella sala adiacente al bar.
Cominciavano così interminabili sfide in due o in quattro al calciobalilla, con partita, rivincita e bella, finite le quali ostinatamente continuava la sfida con la rivincita della bella, poi la bella della bella e così via.
Alla fine, vincitori e vinti entravano al bar accanto, l'Extra bar di Don Pinuzzu Conforto, per consumare, solitamente a spese dei vinti, un iris ripieno di crema o un cartoccio anch'esso ripieno di crema ma con la granella di nocciola intorno, oppure, se d'estate, un gelato scegliendo tra le specialità della casa, granita o nocciola.
A quel punto, tra una chiacchera e una risata, ci si accorgeva che era quasi ora di cena e bisognava affrettarsi per rincasare.
È superfluo ricordare che era tassativo il rientro prima di cena e nessuno si sognava di ritardare oltre. Ci si salutava quindi dandosi appuntamento per l'indomani.
Ciascuno a casa propria quindi, tutti soddisfatti e contenti dopo aver trascorso, insieme a degli amici reali, un sano intero pomeriggio.
Altro che Spotify. Altro che il 2018. Ai "nostri" tempi sì, che era tutto più affascinante e da conquistare.
Ringraziamo Alberto Castelli per le preziose informazioni.