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A Campobello gli "invisibili" con storie difficili da non ignorare. Ma lo sgombero del 3 Marzo risolverà tutti i problemi?

del 2018-02-26

Immagine articolo: A Campobello gli "invisibili" con storie difficili da non ignorare. Ma lo sgombero del 3 Marzo risolverà tutti i problemi?

Scrivere un articolo è l’unica cosa che forse posso fare, augurandomi che qualcuno dei media locali voglia pubblicarle queste parole. Perché parlano di ultimi tra gli ultimi, quelli che nessuno proprio vuole vedere. Allora a chi mi rivolgo? Parlo alle coscienze, parlo ai cuori, all’umanità che è dentro ogni uomo ma che fatica anche solo ad affiorare a volte. Di chi o cosa scrivo?

  • Fratelli Clemente Febbraio 2023 a7
  • Di una cinquantina di ragazzi, uomini dalle nazionalità di Gambia, Senegal e Mali che lavorano, non solo durante il periodo delle olive ma anche attualmente nella raccolta di agrumi, concimazione, ecc. Che non sono proprio invisibili perché hanno anche i documenti, sono persone come noi, ma non hanno trovato mai alloggio a Campobello di Mazara. E allora si sono accampati in una zona periferica, costruito delle baracche, trovato un modo per resistere (dato che il lavoro manuale c’è). 

    Non è che da quando conosco questi volti mi sia data pace, ma almeno ogni tanto potevo andare, condividendo con loro un po’ di tempo, ricevendo in realtà sempre iniezioni abbondanti di solidarietà, generosità e umanità. Sorrisi, preghiere e benedizioni per le mie necessità. Io ho sempre ricevuto da loro (fino ad un semplice caffè poche ore fa). A volte ho dato quello che ho potuto e sebbene il gesto fosse minimo ho sempre ricevuto una gratitudine che non ha prezzo.  Ma ora è diverso.

    C’è una ordinanza del 12/02/2018 (http://37.207.232.67/Intranet/pubblicazioni-albo-online/nuovo-organigramma-dal-01-10-2016/pubblicate/ordinanze-del-sindaco/estratti/os-n-2018-0010estr.pdf/view) che li obbliga a sgomberare da quel luogo entro 20 giorni. 

    Non c’è umanità in questo, sono persone: ora per bonificare il luogo si fa sgomberare chiedendo che trovino un alloggio. Li mettiamo in strada insomma, o li costringiamo ad andare via. Che importa dove? Basta che non li vediamo più. Almeno fino al prossimo ottobre quando arriveranno in 1000 e oltre e a tutti faranno comodo per la raccolta delle olive, insomma chi di noi non è orgoglioso del nostro olio verde? Ci siamo mai chiesti quali siano le mani che raccolgono molte delle olive e a quale prezzo?

    E se lo sappiamo ma non possiamo far nulla perché l’economia, e la crisi, eccetera eccetera, anche ora possiamo star quieti di fronte a questo? Li cacciamo. Li facciamo scomparire per qualche mese. Oggi pomeriggio parlando con loro mi sono quasi vergognata di avere la pelle chiara, perché lo sfruttamento e la discriminazione da parte nostra si perpetua nel tempo.

    Non cambia, resta, nei commenti xenofobi sui “nivuri” e nelle lamentele per il benessere che neanche il siciliano vive (non mostrando nessuno sguardo minimo della complessità dello scenario mondiale in cui viviamo). Ma per aprire gli occhi e il cuore verso l’altro non serve molto. Credo. Voglio credere. L’umanità ci accomuna tutti.

    Finalità delle mie parole è provare a scuotere le coscienze. Lo sguardo di chi mi dice che non ha idea dove possa andare quando cacciato mi lascia turbata ed impotente. Tutto qui. Concretamente scrivo quale utopia sia necessaria: case in affitto, a Campobello, o a Castelvetrano per queste persone.

    Rossana Cataldo

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