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Il gelo e la "tannura" per combattere il freddo. Quando si accendevano le braci per scaldare le case

di: Mario Butera - del 2018-03-04

Immagine articolo: Il gelo e la "tannura" per combattere il freddo. Quando si accendevano le braci per scaldare le case

L'Italia è stata raggiunta dall’avanguardia di una perturbazione che trasporta correnti più tiepide e umide le quali, scontrandosi con la massa d’aria gelida che occupa il Paese, hanno portato alla miscela perfetta per la neve. Oggi la neve ha imbiancato quasi tutto il Nord Italia, cadendo più abbondante in Liguria, in Emilia e sull'Appennino settentrionale.

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  • Vogliamo fare un salto nel passato e ricordare come i nostri nonni, bisnonni affrontavano il gelo nelle loro case senza poter contare sui termosifoni che ormai sono presenti in tutte le case.

    Appare difficile quantificare il numero di persone che potrebbero ancora ricordarsi del “Caldanino”, ossia il più diffuso e utilizzato calorifero dei nostri nonni. Esso era, generalmente ma non solo, formato dalla “tannura” piena di carbonella ardente e dal “Circu”, cioè una struttura a forma di campana abitualmente costruita col giunco. Anche a Salemi per esempio tanti lettori ci raccontano come venisse utiilizzato proprio la "tannura", un vaso di terracotta bianca dove si metteva la carbonella e si accendeva nelle fredde sere d' inverno.

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  • Era una sorgente di calore assai impiegata in Sicilia, specie nel nostro trapanese. Veniva adoperato per riscaldare gli ambienti ma anche per asciugare il bucato o riscaldare il letto nelle fredde e umide serate d’inverno.  Nelle stagioni miti, preferibilmente in primavera o in autunno, si preparava la carbonella.

    Questo prodotto è un concepito naturale che si viene a formare grazie alla combustione di legna, in un ambiente povero di ossigeno. In pratica, si bruciava la legna selezionata. Poi si raccoglievano i carboni ancora ardenti, con badili in ferro, e si sistemavano all’interno di un fusto metallico. Quindi, si chiudeva ermeticamente il contenitore e si aspettava che i carboni si spegnessero per assenza d’ossigeno.  Nelle giornate invernali si riprendevano i carboni.

    Le carbonelle si ponevano all’interno della “tannura”, ossia un semplice contenitore metallico munito di base di appoggio. Con molta pazienza e aiutandosi con operazioni di soffio, si accendevano le braci. Quindi, la “tannura cu focu” emanava calore e riscaldava l’ambiente circostante per qualche ora.

    Intorno al 1960 in tutte le case permetteva di riscaldare anche gli indumenti..Ad esempio sopra vi si metteva il cosiddetto "circu" e si potevano riscaldare le lenzuola prima di andare a letto o la tovaglia da bagno.

    "Ricordo, racconta un nostro lettore da Salemi, che ci mettevamo le fave che si abbrustolivano e diventano ottime caramelle e univamo anche l'uovo che aveva un sapore fantastico.Ricordo che mettevamo un tocco di salsiccia nella carta oleata ed alla fine il sapore era unico. Altri tempi."

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