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Casa dolce casa. Ricordi di una vita, emozioni e affetti impossibili da replicare

di: Luigi Simanella - del 2018-12-15

Immagine articolo: Casa dolce casa. Ricordi di una vita, emozioni e affetti impossibili da replicare

Casa, dolce casa. Chi è che disconosce il ruolo primario della propria abitazione nella vita d’ogni giorno? La casa è un rifugio, il caldo ventre materno che ci protegge sempre, il luogo dove possiamo rilassarci, stare comodi, fare tutto ciò che vogliamo non ledendo, naturalmente, la libertà degli altri.

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  • Potremmo stilare una graduatoria per stabilire quale ambiente può essere più utile e maggiormente desiderato da chi abita la casa. C’è chi preferisce la stanza da letto, dove può riposarsi, e chi quella da pranzo, dove può rifocillarsi. C’è chi preferisce la cucina, dove può saziare tutte le proprie voglie gustative e chi il bagno, dove può pensare alla cura del proprio corpo.

    Per quel che mi riguarda, senza togliere nulla all’importanza che rivestono questi ambienti e giacché non riesco a buttare nulla che non possa essere, in qualche modo, nuovamente riutilizzato, preferisco i garage, le mansarde, i solai, anche gli sgabuzzini o qualsiasi ripostiglio atto a conservare qualcosa.

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  • In essi si trova veramente di tutto, le cose più impensabili, i ricordi d’una vita, le foto di famiglia, i diari, i piccoli oggetti che c’hanno accompagnato nel nostro cammino terreno, i quadri e i ritratti dei nostri avi, i libri scolastici e i diari dove abbiamo scritto le nostre prime esperienze amorose, le delusioni, le conquiste, ogni minimo passaggio del nostro quotidiano vivere.

    Spesso mi capita di spogliare del suo contenuto uno di questi ambienti cupi, sporchi, abbandonati, invitato dai relativi proprietari al corrente della mia passione per le cose vecchie. Passione che mi ha permesso di realizzare un mio grande sogno: quello d’aprire un museo ch’esponesse tutti quegli attrezzi di campagna e di casa utilizzati nel secolo scorso dai nostri antenati. È grazie a tutto ciò che, da quasi cinque anni, la mia Castelvetrano ospita il “Museo della civiltà contadina”, visitato da migliaia di persone, curiosi, turisti o, semplicemente, nostalgici d’un tempo che fu.  

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