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La "utti" e “lu uttaru”. Quando a CVetrano lavoravano numerosi bottai

di: Vito Marino - del 2018-10-03

Immagine articolo: La "utti" e “lu uttaru”. Quando a CVetrano lavoravano numerosi  bottai

(ph. www.camposcino.com)

Castelvetrano, fino a qualche decennio fa era stata una ricca zona viti-vinicola. Di conseguenza i bottai erano numerosi, “Lu uttaru” (il bottaio) a quei tempi era anche il tecnico del vino, il competente in materia, l’analista per prevenire e curare le alterazioni del mosto e del vino e per assicurare una buona vinificazione e provvedeva anche a “tramutari” (filtrare) il vino novello. Egli costruiva con legno di castagno o di rovere: “utti e stipi” (botti) di tutte le misure, “valliri, quarantini, carratuna, quartucci, tini, cisca (per il latte)”.

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  • Per costruire una botte, grande o piccola che sia, il bottaio assemblava “li timpagni” (le strisce di legno già preparate); egli incominciava a far curvare la parte superiore, sistemando i primi cerchi e, mentre lavorava teneva il fuoco acceso per terra, al centro della botte, al fine di ammorbidire, col calore il legno e renderlo più malleabile alla torsione.

    Come tutti gli altri artigiani dell’epoca, egli si serviva di attrezzi manuali come: il “Tiraportello”, che serviva per tirare il portello delle botti, la “trafiliera” per allargare il buco delle botti, il coltellaccio, per lisciare il legno, lo ”sciassi” per pressare i cerchi, “lu culaturi”, un sacco di tela resistente per separare le vinacce.

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  • Quando ero ragazzo mi divertivo a guardare a distanza il bottaio, mentre lavorava: vedevo colpire con il martello il cerchio della botte e dopo un po’ sentivo il rumore. In merito, un proverbio dice: “un corpu a lu circu e un corpu a lu timpagnu”.

    Qui di seguito riporto delle unità di misura che erano in uso fino a qualche decennio fa: Una botte di mosto, corrispondeva a 59 misure, una misura corrispondeva a 10 litri; quindi una botte, che rappresentava una unità di misura, corrispondeva a 590 litri.

    Per quanto riguarda il vino le unità di misura erano le seguenti:

    1 Quartucciu =  3/4 di litro 1 Valliri    =  da 1 lt. a 10 lt. (a forma schiacciata ai fianchi);

    i più  piccoli "li valliredda" si portavano sul posto di lavoro per bere a garganella)  1 Quarantinu = 40 litri 1 Carrettu o carratu = litri 420 (rappresentava una unità di misura:  quanto vino si poteva trasportare (anche con recipienti vari) con un "traìnu" (apposito carro a 2 ruote per trasporto vino).

    La tini era un contenitore di circa 100 litri e si usava come contenitore provvisorio per l’uva, il mosto o il vino nei momenti di bisogno. Il “Carratuni (grosso carratu)  o stipa o quartarolu"  era un grande contenitore della misura richiesta dal proprietario.

    Tutti i contenitori erano fatti rigorosamente in legno di castagno o di rovere; il secondo era eccezionale per dare, dopo la stagionatura, un alto grado e il caratteristico sapore di marsala al vino.

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