“La sciallina”, tra aneddoti e allietanti ricordi del nostro passato
di: Francesco Marino - del 2018-12-31
Nell’immagine tratta dalla rete, una signora d’altri tempi con il classico mantellino colorato, meglio conosciuto in Sicilia col nome di sciallina. In questi giorni di festa, mentre le famiglie ricongiunte provano a rinsaldare i legame e i ragazzi navigano distratti sui social ma non di rado attratti dai racconti degli anziani, non è infrequente ascoltare i nostri nonni che ricordano piacevoli abitudini dei tempi andati, come l’impiego diffuso della sciallina.
La sciallina era un indumento a forma di ventaglio aperto e rovesciato con le estremità che all’occorrenza si univano. Le donne, ma non esclusivamente loro, la sistemavano usualmente sulle spalle per ripararsi dal freddo. Era una specie di mantello piccolo, spesso molto colorato o nero per le vedove, realizzato il più delle volte con lana grossa lavorata all’uncinetto o con i ferri meglio conosciute come “Buse”.
Fin dalla comparsa dei primi freddi, la sciallina era abitualmente usata come oggi usiamo sciarpe e foulard. Era un indumento pratico che sostituiva giacche e cappotti. Di solito, insieme al grembiule, la si indossava per uscire fuori di casa a prendere l’acqua alla fontana pubblica, a pigliare la legna per il caminetto, per andare nell’orto, in giardino a raccogliere le arance o durante i brevi spostamenti in paese per gli acquisti quotidiani.
Durante le giornate più ghiacciate la sciallina la si usava fuori casa per riparare dal freddo la testa e talvolta anche parte della faccia. C’erano anche le scialline da notte. La forma era sempre la stessa ma il capo d’abbigliamento veniva composto con lana più fina. Nelle case prive di ogni fonte di calore o nelle famiglie che non potevano consentirsi l’acquisto di materiali utili a riscaldare l’abitazione, prima di andare a letto nelle notti più gelide, le donne si attorcigliavano tra collo e spalle la loro sciallina per ripararsi ulteriormente dal freddo.
Dopo breve meditazione, a nessun lettore sarà sfuggito che quell’indumento semplice e povero sia stato anche espressione di freddo e calore contemporaneamente. Di calore soprattutto umano perché la sciallina era il consuetudinario capo di abbigliamento che ogni mamma, senza esitazione, si toglieva di dosso per sistemarlo sulle spalle del proprio bambino quando questo era infreddolito, riparandolo in tal modo dal gelo ma anche trasmettendo, con quel gesto, inequivocabile amore materno. Il sapiente attorciglio di fili posto in essere da mani geniali e industriose ci conduce inevitabilmente a donne abili a far fronte anche a scenari diffusi di povertà.
Le condizioni economiche parecchio precarie e frequenti nelle società del passato imponevano, a costoro, la costruzione casalinga di capi di abbigliamento soprattutto economici come la sciallina che spesso era realizzata con lana avanzata da altri lavori. Insomma, quel capo di abbigliamento in apparenza assai genuino ma in realtà rivelazione di mille “cose” .... merita senz'altro che qualche avveduto stilista lo riproponga, magari in edizione rielaborata e adattata all’epoca in cui viviamo.