• A3 dottor Gianni catalanotto
  • A3 Conad
  • A3bis Farmacia Rotolo
  • outlet del mobile A3bis fino al 21 marzo
  • Farmacia Rotolo Castelvetrano

"La granita di lu zù Totò e la qualedda di lu zu Aspanu". Ricordi di una CVetrano che fu

di: Pietro Errante - del 2019-05-07

Immagine articolo: "La granita di lu zù Totò e la qualedda di lu zu Aspanu". Ricordi di una CVetrano che fu

C’era la granita di don Totò, “frisca e bella, brosciarelle belle”, la qualedda di lu zu Aspanu, “haiu la qualedda”, i bomboloni di lu zu Mariu, e la boutique di intimo ambulante , “4 para di mutanni 1000 lire, magliettine per stagione”, collocata dentro un valigione di cartone legato al portabagagli posteriore di una vecchia bicicletta sgangherata. I venditori ambulanti degli anni 60 si aggiravano sin dalle prime ore del mattino tra le viuzze del centro storico di Castelvetrano per spostarsi poi, nella stagione estiva, nella vicina Marinella, villaggio di pescatori, la splendida Selinunte.

  • Fratelli Clemente Febbraio 2023 a7
  • Ritmati dalla cadenza del passo un po' dimesso un po' dinoccolato, i venditori ambulanti presentavano le proprie mercanzie con la spigliatezza degli anni giovanili. I bomboloni andavano a ruba soprattutto al Paolo Marino, con cadenza sintonizzata al classico stock 84 di tutto il calcio minuto per minuto: Se la vostra squadra ha vinto festeggiate con un bombolone, se ha perduto consolatevi con un bombolone, se ha pareggiato … sempre e solo bombolone.

    Nel frattempo arrivava alle orecchie il metallico amplificatore del venditore d’uova: “ova frischi ova!” Don Santo da Mazara portava il pesce fresco nel bagagliaio della sua motoape. Le donne si accalcavano attorno ai suoi merluzzi, scurmi, pisci di broru, purpi e palummi. Fiorivano le piccole botteghe: Guarino, Montalbano, Santangelo e tantissime sparse nei vari rioni e quartieri della città, poi travolte dai grandi magazzini sorti negli anni 90. Sotto casa si trovava di tutto, non c’era bisogno di spostarsi nelle zone industriali, allora campagne. Le botteghe vendevano generi alimentari, ma anche detersivi, prodotti igienico-sanitari per la casa, bibite fresche e panini imbottiti.

  • h7 immobiliare catalanotto
  • Un classico di quegli anni, specie nel periodo estivo, era il panino imbottito con mortadella e gazzosa fresca e spumeggiante, un rito dopo i tuffi dal molo di Selinunte. Si correva dalla za Maria, a lu scaru, per il panino imbottito e la classica birra addolcita dalla gazzosa.

    Molti i venditori di frutta che andavano a rifornirsi direttamente dagli agricoltori nelle senie castelvetranesi molto popolate da interi nuclei familiari. Gli orti, molti dei quali nella via Errante vecchia, ma anche in molte altre contrade extraurbane, davano lavoro e reddito a migliaia di persone, consentendo una vita dignitosa a molte famiglie.

    Fino agli anni ’60 non era inconsueto vedere i contadini arrivare col panierino pieno di fichi o di uva o di altri prodotti secondo le stagioni e scambiare il paniere  con i pescatori locali per una cassetta di pesce appena pesacto. Così si barattavano prodotti di campagna con sardine, sgombri, vopi, luari ecc.

    Calia, simenza, nuciddi, pastigghia e minnulata completavano il quadro delle offerte alle quali non si riusciva a resistere in quegli anni nei quali non esistevano ancora fast-food. Le varie fiere cittadine, soprattutto quella di San Giovanni a giugno e della Madonna della Tagliata a settembre richiamavano fieranti da ogni parte della Sicilia, ma anche giocolieri, saltimbanchi e attrazioni di ogni genere.

    L’ultima settimana di giugno la piazza Dante si trasformava in un vero e proprio luna park e la via Garibaldi sia a destra che a sinistra veniva occupata da bancarelle di giocattoli, leccornie varie, venditori di specialità gastronomiche primo tra tutti il classico panino con panelle caldissime. La vicina villa Garibaldi di fronte alla Chiesa dell’Immacolata, allora  manutenuta splendidamente dai villeri comunali, si trasformava in un giardino fiorito su cui accorrevano ragazzi e persone di ogni età, per una passeggiata e per i consueti giochi di allora(ammuccia ammuccia, acchiappa acchiappa, zuppareddu, ecc.).

    Intere famiglie si sedevano sulle panchine accanto alla fontana zampillante di acqua fresca e pulita dove nuotavano pesci rossi e di varia pezzatura. Ricordo che la bella Chiesa dell’Immacolata apriva i battenti per le sante messe e i riti dell’Immacolata. Da decenni quella chiesa giace nel più completo abbandono.

    A cavallo della terz’ultima settimana di settembre si svolgeva la fiera della Madonna della Tagliata con relativo pellegrinaggio all’omonima Chiesetta di campagna, oggi chiusa per motivi di sicurezza. Era la festa che sanciva la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno. Vi si svolgevano manifestazioni ludiche , mostre e compravendite di animali, esposizioni e commercializzazione di strumenti da lavoro, soprattutto agricoli, cerimonie religiose e il sabato e domenica la classica gita fuori porta di intere famiglie non solo di castelvetranesi ma anche di cittadini provenienti dai vicini centri belicini che percorrevano a piedi la stradella in terra battuta per raggiungere la Chiesa fari lu viaggiu alla Madonna, assistere alla messa e poi adagiarsi sull’erba sotto un albero di ulivo per mangiare salsiccia arrostita, carciofi e bere un buon bicchiere di vino. La contrada si popolava all’inverosimile mentre l’odore degli arrosti favoriva le grandi abbuffate di carni, salsiccia, polpette,ecc.

    Di tutte queste meraviglie di vita autenticamente paesana non è rimasto più nulla: sia la fiera di san Giovanni, sia quella della Tagliata si risolvono in una asettica passeggiata del sabato pomeriggio e in una domenica serale dove la solita merce, ormai quasi esclusivamente elettronica, viene presentata da espositori quasi tutti stranieri. Fortunatamente i riti religiosi restano intatti anche se perdurando l’attuale chiusura della chiesa della Tagliata per motivi di instabilità statica probabilmente sarà difficile che la fiera si svolga il prossimo anno.

    Sarebbe la fine di un altro momento storico, religioso e folkloristico del nostro tormentato territorio, la cui decadenza ed il degrado sembrano progressivi ed irreversibili.Per fortuna restano pane e panelle e la salsiccia arrostita! 

    Vuoi essere aggiornato in tempo reale sulle notizie dalla Valle del Belìce? Clicca “Mi piace” su Castelvetranonews.it o seguici su Twitter

    Regina Alabastro P1 dal 1 marzo al 31 marzo 2024