Tasse universitarie: esenzioni per reddito e merito. Ecco quando è possibile risparmiare
di: Antonino Pernice - del 2019-08-31
Esenzione per reddito e merito. Sono esonerati dal pagamento delle tasse universitarie gli studenti e i relativi nuclei familiari che presentano un modello ISEE di valore fino a € 13.000 e che rientrano quindi nella “no tax area”.
'No tax area' indica la soglia di reddito entro la quale l’imposta dovuta è pari a zero. La no tax area varia a seconda delle diverse categorie di contribuenti: è pari a circa €.8.145 per i lavoratori dipendenti, a circa 8.130 per i pensionati, a 4.800 per i lavoratori autonomi. Tenendo conto anche delle detrazioni per familiari a carico, la no tax area per una famiglia monoreddito formata da due genitori e due figli è di circa 16.340 euro.
È questo il limite di reddito per non pagare le tasse previsto su base nazionale, ma ciascuna università ha la facoltà di aumentarlo ulteriormente. L’esenzione dalle tasse per reddito dovrà essere richiesta presentando all’università il modello ISEE 2019 per l’università. Tali regole riguardano soltanto gli studenti che si iscrivono al primo anno di università.
Per le iscrizioni agli anni successivi, l’esenzione totale dal versamento delle tasse universitarie è legata anche al rispetto dei seguenti requisiti di merito:
- per l’esenzione dalle tasse universitarie del secondo anno bisognerà aver conseguito almeno 10 CFU (Crediti Formativi Universitari) entro il 10 agosto;
- per l’esenzione negli anni successivi bisognerà aver maturato 25 CFU nei 12 mesi antecedenti il 10/08 che precede l’iscrizione.
I Crediti formativi universitari (CFU) sono uno strumento per misurare la quantità di lavoro di apprendimento, compreso lo studio individuale, richiesto allo studente per acquisire conoscenze e abilità nelle attività formative previste dai corsi di studio.
Un credito (CFU) corrisponde di norma a 25 ore di lavoro che comprendono lezioni, esercitazioni, etc., ma anche lo studio a casa. Per ogni anno accademico, ad uno studente impegnato a tempo pieno nello studio è richiesta una quantità media di lavoro fissata in 60 crediti, ossia 1500 ore.
Per ogni singola attività formativa il carico di lavoro consiste nel tempo teorico nel quale si ritiene che uno studente medio possa ottenere i risultati di apprendimento indicati nella Guida dello Studente nella voce 'conoscenze e abilità da conseguire'.
I risultati di apprendimento consistono in cosa lo studente saprà capirà o sarà capace di fare al termine del processo d’apprendimento. I CFU si acquisiscono con il superamento dell’esame o altra prova di verifica.
I crediti definiscono quindi la quantità di lavoro; la qualità della prestazione dello studente è invece documentata da un voto (espresso in trentesimi per l'esame o la prova di altro genere ed in centodecimi per la prova finale), con eventuale lode. I crediti sono un elemento che consente di comparare diversi corsi di studio delle università italiane ed europee attraverso una valutazione del carico di lavoro richiesto allo studente in determinate aree disciplinari per il raggiungimento di obiettivi formativi definiti.
Essi facilitano la mobilità degli studenti tra i diversi corso di studio, ma anche tra università italiane ed europee. I crediti acquisiti durante un corso di studio possono essere riconosciuti per il proseguimento in altri percorsi di studio. Esenzione tasse universitarie per chi ha superato la maturità con 100/100 Alcuni Atenei prevedono l’esenzione dal versamento delle tasse universitarie in caso di conseguimento della maturità con il massimo dei voti.
Chi si è diplomato con 100 o 100 e lode potrà quindi non pagare le tasse all’università ma chiariamo che in questo caso le agevolazioni variano e che non esiste una regola universale. Alcuni Atenei possono prevedere la riduzione dell’importo, altri il versamento di una tassa minima e altri invece l’esonero totale. In questo caso è quindi fondamentale far riferimento al regolamento delle tasse della propria università.
Esenzione tasse universitarie per invalidità. Oltre alle esenzioni per reddito e per merito, anche gli invalidi e in genere gli studenti con disabilità certificata ai sensi della legge 104 godono dell’esenzione dalle tasse universitarie. L’invalidità riconosciuta dovrà essere pari o superiore al 66% e in questo caso non sono previsti limiti di reddito ISEE.
Per non pagare le tasse universitarie è necessario presentare il certificato rilasciato dall’ASL. Sono esonerati dal versamento delle tasse universitarie anche i figli di soggetti che beneficiano della pensione di inabilità. In tal caso è tuttavia necessario presentare all’università il modello ISEE 2019 e un’autocertificazione del proprio stato di famiglia.
Tasse universitarie ridotte: le agevolazioni per chi ha redditi fino a 30.000 euro. La legge prevede anche delle agevolazioni e riduzioni dal pagamento delle tasse universitarie per gli studenti appartenenti a nuclei familiari con redditi certificati da modello ISEE non superiori a 30.000 euro.
Le tasse universitarie per studenti iscritti al primo anno con reddito compreso tra i 13.000 euro e i 30.000 euro non potranno superare il 7% della differenza tra Isee e 13.000 euro.
Detrazione tasse universitarie. Con la dichiarazione dei redditi è possibile portare in detrazione anche le spese sostenute per l’iscrizione a università e corsi di specializzazione pubblici o privati.
La detrazione delle spese universitarie riguarda l’iscrizione e la spesa per la frequenza dei seguenti corsi:
- corsi di istruzione universitaria;
- corsi di specializzazione universitaria;
- corsi di perfezionamento e master universitari;
- dottorato di ricerca;
- Istituti tecnici superiori;
- corsi istituiti dopo il DPR 212/2005 presso i Conservatori di Musica e gli Istituti musicali pareggiati.
La prima accortezza da seguire riguarda proprio la differenza prevista nel caso di iscrizione a università statali o università private. Per quanto riguarda l’iscrizione e le spese relative a corsi di università statali è possibile portare in detrazione Irpef 19% le spese sostenute relative a:
- tasse d’iscrizione per triennale, master e specialistica anche nel caso di studenti fuori corso;
- ricongiunzione di carriera;
- tasse per l’iscrizione all’appello di laurea e rilascio della pergamena;
- frequenza a corsi singoli, finalizzati o meno all’ammissione a un corso di laurea magistrale;
- iscrizione a test d’ingresso (anche se non seguiti da iscrizione);
- trasferimenti di ateneo;
- passaggi di corso.
In merito alla detrazione delle spese per l’iscrizione o la frequenza di università private bisognerà seguire regole specifiche. L’importo delle spese detraibili è stabilito annualmente dal MIUR non può essere superiore a quello stabilito per le tasse e i contributi per gli studi con un indirizzo uguale o affine svolti nelle università statali della stessa città o della stessa regione.
Se si configura un’eventuale eccedenza nelle tasse pagate, su quell’eccedenza non può essere calcolata alcuna detrazione.
Detrazione dell’affitto per gli studenti fuori sede. Il costo sostenuto per i canoni di locazione può essere portata in detrazione nel limite totale di €.2.633. Il collegato fiscale alla legge di bilancio 2018 ha modificato le regole sulla detrazione fiscale del 19% che consente di beneficiare di un rimborso di €.500 circa.
Per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2017 e per il 2018 la detrazione dell’affitto stipulato in favore di studenti fuori sede potrà esser richiesta anche nel caso in cui l’immobile oggetto di locazione sia situato nella stessa provincia di residenza. Tale norma non è stata attualmente estesa, anche se novità in merito potrebbero arrivare con la Legge di Bilancio 2020.
In ogni caso resta il vincolo della distanza tra luogo di residenza e Comune in cui ha sede l’università: dovrà esser pari ad almeno 100 km.
Tra le novità viene tuttavia previsto che, qualora lo studente viva in una zona montana e disagiata, la detrazione potrà esser richiesta anche nel caso in cui la distanza tra luogo di residenza e di studi sia pari ad almeno 50 km. Per il calcolo della distanza geografica dei 100 Km o dei 50 Km si prende in considerazione il domicilio fiscale del nucleo familiare che ha a carico lo studente, prendendo in considerazione anche le reti ferroviarie, gli autobus e le autostrade.
Il principio è che la detrazione è ammessa nel caso in cui il costo del trasporto per raggiungere la sede degli studi universitari risulti troppo gravoso per la famiglia.