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Quando nel 1911 a CVetrano per prevenire il colera venivano disinfettati anche gli abiti dei passeggeri dei treni

di: Vito Marino - del 2020-03-20

Immagine articolo: Quando nel 1911 a CVetrano per prevenire il colera venivano disinfettati anche gli abiti dei passeggeri dei treni

La storia insegna molte cose, purtroppo rimane come materia scolastica noiosa e poco seguita.  Invece è maestra di vita se non si casca di nuovo nello stesso errore del passato. Mi riferisco alla prevenzione contro il virus corona: la prevenzione vale molto di più delle successive cure mediche. 

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  • Voglio citare un caso, che ha suscitato tante polemiche, fra gli avversari politici, ma che ha  impedito al colera del 1910 – 11, che  procurava migliaia di morti in tutta la Sicilia, di contagiare la popolazione di Castelvetrano. Infatti, solo questa città in tutta la Sicilia ne fu esente.

    Queste mie ricerche storiche le ho pubblicate sul mio libro “La famiglia Saporito in una Castelvetrano ottocentesca”. Ne riporto uno stralcio:  <<Per Castelvetrano, il colera di cui abbiamo notizie più sicure, tramite i giornali locali fu quello del 1910-11, Ormai si era a conoscenza del modo con cui si diffondeva il morbo e il modo come prevenirlo. Il sindaco di allora, Antonino Saporito mise in atto tutte le misure possibili per prevenire il morbo, facendo spendere al Comune molto più delle previsioni di bilancio. Ma il risultato fu sorprendente: Castelvetrano non fu contagiato. >>       

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  • Sul giornale “Vita Nuova”, del 31 luglio 1913 si legge:  “[…] a causa del colera, il paese giaceva in abbandono, l’amministrazione comunale spese lire 19.200,85”. Infatti, fino alla II Guerra Mondiale tutte le spese, inerenti alla prevenzione e cura in caso di epidemie erano a carico della municipalità.         -

    Il giornale “Vita Nuova" del 31/8/1913 parla del colera, che nel 1911  aveva procurato morti in Sicilia ma niente a Castelvetrano. La redazione del giornale difende, assieme al Ferrigno che allora faceva parte dell’amministrazione comunale, la precedente amministrazione Saporito dall’accusa mossa dal sindaco Cav. Infranca, per le spese eccessive sostenute, per prevenire il colera; spese che hanno provocato un deficit del bilancio.

    La redazione così difende l’operato del Saporito: “Nessuno vorrà seriamente sostenere che se la città rimase immune dal morbo, lo si deve ai provvedimenti allora presi, i quali gravarono considerevolmente sul bilancio. Per la difesa della salute pubblica le spese anche onerose si debbono sostenere, poco importa del deficit del bilancio”.

    Infatti Antonino Saporito, sindaco di Castelvetrano dal 24 gennaio 1901 al 12/12/1911, durante la sua sindacatura ha voluto prevenire una eventuale epidemia di colera attraverso la prevenzione. In un articolo sul giornale “La Diga” n.3 del 2/7/1911 sono riportati tutti i provvedimenti presi per quanto detto:  “Al Palazzo Comunale è stato creato un apposito ufficio per tutti quei reclami che riguardano il servizio sanitario: n.1 ufficiale sanitario + tre medici condotti + 2 squadre di disinfettatori.

    Alla stazione ferroviaria in due baracche di legno si disinfettano i viaggiatori e i loro indumenti, con sublimato corrosivo, formaldeide, acido fenico. Ecc. Nella baracca a D. vi ha la pompa che struzza sublimato sui viaggiatori, per la disinfezione degli abiti che indossano. Vi è di servizio, sempre, a turno un medico coadiuvato da quattro disinfettatori sempre pronti ad ogni evenienza. Vi sono 8 soldati, guardie municipali e campestri, carabinieri e guardie di pubblica sicurezza.

    Arrivando il treno proveniente da Palermo, tutte le porte d’uscita vengono immediatamente chiuse. Su un registro vengono registrati le generalità, luogo di provenienza e domicilio dell’arrivato. Dopo di che il sanitario procede ad una visita dell’individuo, mentre l’altro assistente procede alla visita delle valige.

    Quindi l’individuo e la roba vengono disinfettati. Se c’è sospetto l’individuo viene portato al Lazzaretto, in contrada Tagliata. Il Lazzaretto è stato rimesso a nuovo, imbiancato e disinfettato. I letti, la biancheria e tutti gli arredi sono stati comprati nuovi, per evitare qualsiasi pericolo.

    Sulla strada di accesso alla stazione, all’angolo del giardino dell’ex monastero di San Francesco di Paola, di proprietà del Comune, il sindaco ha fatto costruire un locale da servire come stufa di disinfezione e lavanderia. Costo £. 5.262,52, consegnato il 14/9/1911>>. 

    Sempre sul giornale la Diga n.4 del 9/7/1911 si legge: <<Alle borgate di Torretta e Marinella (Torretta allora faceva parte del territorio di Castelvetrano)sono stati inviati tutti i disinfettanti occorrenti, quali calce, sublimato, formaldeide, lisoformio e sono stati fatti abbondanti disinfezioni.

    Negli uffici postali si disinfetta la corrispondenza proveniente con i treni di Palermo. I sacchi vengono vuotati su delle reti metalliche e si accende la lampada alla formalina. E’ proibito l’importazione e lo spaccio di frutta che provengono da luoghi infetti.

    Il sindaco Saporito per far distribuire acqua potabile gratuita alla popolazione ha fatto costruire 10 grandi botti della capacità di 600 litri ognuna, con possibilità di distribuire 24.000 litri di acqua al giorno a coloro che ne avranno bisogno>>.     

    Secondo le mie esperienze di persona anziana, molti di questi sacrosanti provvedimenti, oggi, nonostante tutte le conoscenze mediche non vengono attuate: Chi esce di casa per un morivo impellente, quando ritorna si lava soltanto le mani, tralasciando di disinfettare i vestiti e le suole delle scarpe.

    La posta continua ad arrivare senza essere disinfettata e nessuno degli scienziati di alto livello ha mai detto alla televisione di lavarsi le mani dopo avere toccato la posta o le carte pubblicitarie. Quanto meno queste carte si potrebbero mettere  in “quarantena” per alcuni giorni aspettando che il virus eventualmente presente perdesse la sua efficacia.

    Se le strade sono infette per uno sputo di una persona infetta, si porta il virus in casa con la suola delle scarpe. Così i vestiti si dovrebbero lasciare appesi fuori dell’armadio e non toccati fino alla prossima uscita ed in ogni caso lavarsi le mani se vengono toccati. 

    Visto che il virus è mortale sarebbe bene eseguire  anche questi piccoli accorgimenti, che potrebbero portare grandi risultati.      

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