"A CVetrano poca gente nel mio bar. In molti hanno paura. Operai a casa e rischiamo di chiudere"
del 2020-05-30
Le regioni e il governo hanno trattato per stabilire insieme delle regole per consentire la riapertura delle attività economiche e produttive dal 18 maggio, che comprendono anche i ristoranti e bar. Le misure servono essenzialmente a garantire la sicurezza di clienti e lavoratori, e a contenere i nuovi contagi da coronavirus.
Le regole approvate si applicano a tutti gli esercizi commerciali che vendono pasti e bevande per il consumo immediato, e quindi a ristoranti, trattorie, pizzerie, self-service, bar, pub, pasticcerie, gelaterie e rosticcerie, e anche alle attività di catering.
Tra le novità principali c’è la riduzione della distanza di sicurezza da assicurare tra i clienti: nel documento dell’INAIL si proponevano 2 metri tra un tavolo e l’altro, mentre le linee guida del governo parlano di 1 metro tra i clienti.
Quasi tutte le imprese hanno riaperto la propria attività appena è stato possibile. Gli imprenditori del commercio hanno riaperto con entusiasmo e nel rispetto di tutte le prescrizioni previste dagli appositi protocolli regionali. Dopo una settimana di lavoro, Confesercenti ha condotto una ricerca fra i propri associati per misurare l’andamento delle attività.
Il segmento con maggiore gratificazione è quello di parrucchiere e centro estetico, dove oltre l’80% si dichiara soddisfatto dell’andamento. Per quanto riguarda il comparto abbigliamento e calzature, afferma di essere soddisfatto il 47% delle imprese.
Tale giudizio scende al 21% nei bar e all’11% nei ristoranti. Per i bar e fra le imprese della ristorazione è stata anche complessa la modalità per arrivare alla riapertura. In Sicilia e in particolare nel nostro territorio, la situazione non è molto diversa.
Ma per capire meglio come stia andando l’andamento dei bar dopo la riapertura, la redazione ha chiesto al proprietario di un bar a Castelvetrano, quali sono le reali possibilità di ripresa.
Cosa si aspettava dalla riapertura della sua attività?
"Ho riaperto con grande entusiasmo perché pensavo che in fin dei conti, con le dovute cautele si poteva tornare a lavorare come prima. Ma non è stato così, perché i clienti o per timore o per problemi economici frequentano di meno il mio bar. I clienti più affezionati prima passavano da me anche più volte al giorno, ora vengono una volta a settimana.
Deve pensare che avevo assunto tre ragazzi e ora li ho dovuti mettere in cassa integrazione perché si lavora poco e non ho bisogno di tutto questo personale. Questo le fa capire che quando si lavora a pieno ritmo, la situazione economica migliora per tutti sia per noi imprenditori che per gli operai. Ora è tutto un’incognita.
Sono cambiati le abitudini delle persone e per un po’ di tempo dovremmo fare i conti con questa nuovo modo di vivere. Dopo la prima settimana di apertura, mi sono chiesto se la colpa della poca gente che entrava nel mio bar fosse anche mia, magari sbagliavo qualcosa e non me ne rendevo conto.
Poi parlando con gli altri colleghi o con i vari rappresentanti, mi hanno confermato che la situazione è critica per tutti."
C’è il rischio che qualche bar del posto possa chiedere?
"Si c’è questa possibilità, perché anche quando eravamo chiusi abbiamo dovuto continuare a pagare tutte le tasse e alla riapertura se ne sono aggiunte altre. Io per fortuna ho potuto coprire tutte le spese, ma chi ha una situazione precaria rischia seriamente di abbassare le saracinesche per sempre, e le assicuro che non è per nulla un segnale positivo.
Nella mia attività ho investito denaro per migliorare l’aspetto del locale e attirare maggior clientela ma mi chiedo se potrò mai recuperare queste spese. Non posso più organizzare eventi dal vivo perché rischierei di creare assembramento e questo non è possibile. Questo significa meno lavoro, meno incassi."
Cosa si potrebbe fare per aiutare il suo settore?
"Qualche tempo fa abbiamo partecipato ad un tavolo tecnico con il comune di Castelvetrano per discutere sulle soluzioni da adottare per far ripartire il nostro settore. Alcuni di noi hanno proposto di eliminare per qualche mese le tasse comunali, ma purtroppo non si può fare.
L’unica soluzione sarebbe la sospensione di questi tributi per qualche tempo, così da avere un po’ di ossigeno. Ma gli aiuti da parte dell’amministrazione locale potrebbero essere diversi, come per esempio la concessione gratuita di locali nelle località turistiche per dare a tutti noi la possibilità di lavorare anche nei mesi estivi e avere così l’opportunità di guadagnare a sufficienza per ripartire a settembre.
Le proposte potrebbero essere diverse ma dobbiamo muoverci in fretta e sfruttare al meglio la stagione estiva. Ci vuole una bella iniezione di fiducia che dia linfa vitale a tutte le attività del nostro paese. Il percorso per la ripresa della nostra economia è tutta in salita, ma con tanto impegno penso che potremmo superare questi terribili momenti."
Ringraziamo questo imprenditore locale che ha fatto un’analisi approfondita della situazione economica del suo settore. Ci auguriamo che queste oggettive difficoltà con il tempo possano essere superate per tornare a sorridere e goderci la vita.