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Il lido Zabbara "ingoiato" dal mare

del 2011-11-26

Quello che rimane del Lido Zabbara

In foto: Quello che rimane del Lido Zabbara

Distrutto dalle onde e dal vento lo storico il “Lido Zabbara” di Jojò a Marinella di Selinunte, dal 1969 luogo di ritrovo ogni estate di migliaia di turisti e non solo. Sicuramente trattasi della “prima vittima” del cambio del clima, in quanto non si era mai visto l’erosione della spiaggia fare emergere rocce sepolte forse da secoli.

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  • Sono state le ondate di scirocco prima e il vento la notte del sabato e domenica, a distruggere il lido balneare e a creare anche danni ad una casa vicina dove è crollato parte di un terrazzo. Distrutto il sistema di vegetazione dunale fatto di zabbare (agave), palme nane, fico d’India e i famosi fiori di San Pancrazio che crescono nella sabbia. Molto amareggiato il titolare della struttura Gaspare Giglio, noto ambientalista, storico componente di Legambiente ,da tutti conosciuto anche in campo internazionale come Jojò.

    Lo stesso spiega il fenomeno:” Le temperature calde di questo mese, fuori dalla media stagionale, sostanzialmente non hanno permesso alle correnti fredde del Nord di arrivare, che sono quelle favoriscono le mareggiante di ponente che portano alla crescita della sabbia sull’arenile. Invece ci sono state tempeste di scirocco a più riprese che invece portano via la sabbia ed hanno cancellato tutto il sistema dunale minando alle fondamenta la struttura” Fino a pochi giorni fa il titolare ha lavorato con i turisti di “ Costa Crociere”, visto che il Lido resta aperta tutto l’anno, adesso oltre ai danni di circa 50.000 euro,non coperti d’assicurazione, il disagio per quattro famiglie che vi lavorano, di restare a braccia conserte. Per ripristinare l’eco- sistema dunale, continua Jojò,”ci vorranno almeno dieci anni”. Il Lido nei primi giorni di Novembre, sempre a causa di mareggiate aveva subito alcuni danni ma erano sati riparati adesso non resta più niente,tranne una scala che porta sulla strada. C’è da sperare che tenga la piazza in legno in piazza Scalo di Bruca, ma lì c’è il porto, che protegge di più, anche se alcuni esperti consigliano di formare una barriera di blocchi di cemento trasportabili e spostabili, da collocare lungo il perimetro della piazza esposta alle mareggiate, per frenare le onde che arriveranno per tutto l’inverno. Ritornado al Lido Zabbara Jojò sta smontando velocemente quel poco che si è salvato di una struttura molto grande l’unica nella zona dei Lidi che si affaccia sull’acropoli selinuntina, immortalata da migliaia di foto di turisti intenti a gustare la tipica cucina siciliana che Jojò propone ai suoi affezionati clienti. 

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