Nel ricordo di Michele Montalto, cittadino castelvetranese morto in guerra e sepolto a Finestrelle
di: Vito Marino - del 2020-06-01
Il Forte di Fenestrelle, che si trova nei pressi di Torino nella Val Chisone, è la più imponente fortificazione alpina d’Europa, seconda nel mondo solo alla Muraglia Cinese: per questo viene chiamata anche “la Grande Muraglia piemontese".
La fortezza venne commissionata da Vittorio Amedeo II nel 1727, a scopo essenzialmente difensivo: infatti si sviluppa lungo quello che un tempo era il confine tra Italia e Francia. clemente edilizia a7 La costruzione del Forte di Fenestrelle durò 122 anni, dal 1728 al 1850, ma il risultato fu imponente e unico nella storia dell’architettura difensiva. La costruzione, progettata dell’ingegnere Ignazio Bertola si sviluppa su un’area complessiva di 1.350.000 metri quadrati, per una lunghezza di oltre 3 chilometri e su un dislivello di 635 metri.
Alla muraglia sono aggiunti tre forti (il San Carlo, il Tre Denti e il Forte delle Valli), 7 ridotte, 28 risalti, oltre a vari altri edifici, polveriere e cannoniere. Le strutture sono collegate tra loro attraverso lunghissime scale: la”Scala Coperta“, lunga 2 chilometri con 4000 gradini e all’interno di una galleria artificiale con mura spesse due metri, e la “Scala Reale“, che si inerpica a cielo aperto per 2500 gradini. Da sopra le mura si gode tutto un meraviglioso paesaggio circostante.
Percorrendo la fortezza si ha la sensazione di tornare indietro nel tempo, immersi in una natura di straordinaria bellezza. In realtà, questa fortezza edificata a scopo difensivo non dovette mai sopportare violenti assedi nel corso della sua storia.
Piuttosto, fin dalla sua costruzione, svolse un ruolo principalmente detentivo e servì a prigione di stato, prigione comune e prigione militare. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il Forte di Fenestrelle venne completamente abbandonato, per venire poi recuperato nel 1990. Oggi il complesso è aperto al pubblico, come attrazione turistica. Tuttavia al pubblico non viene citato che durante la lotta al cosiddetto “brigantaggio” i Savoia l’hanno adibita come campo di concentramento e di sterminio di massa, simile per ferocia a quello tedesco della II Guerra mondiale.
Infatti, anche se non risulta nella storia ufficiale italiana, in questa fortezza, dopo l’unità d’Italia, durante la guerra civile, che i Savoia chiamarono “brigantaggio”, vennero rinchiusi migliaia di soldati del disciolto esercito borbonico, che si erano alleati con i briganti. Qui vennero fatti morire di fame, di freddo, di sporcizia, di maltrattamenti e di malattie volutamente non curate e i loro cadaveri sciolti nella calce viva.
Questi trattamenti disumani erano garantiti dalla legge 1409 del 15 agosto 1863, nota come legge Pica, che, rimasta in vigore fino al 31 dicembre 1865 cancellò ogni garanzia costituzionale: <<Chiunque fosse sospettato di brigantaggio e azzardasse opporre resistenza alla cattura veniva fucilato senza bisogno di processo.
Chi invece veniva accusato di sostenere in qualsiasi modo i briganti veniva condannato ai lavori forzati a vita, per reato di “manutengolismo” o di “di parentela”>>. In base a tale legge furono eseguiti arresti di parenti in massa e senza distinzione di età e sesso, allo scopo di esercitare sull'animo dei briganti una così penosa apprensione che dovevano spingerli a costituirsi. Inoltre, fu istituito per la prima volta il domicilio coatto e furono creati campi di concentramento, come nella fortezza di Fenestrelle.
Un nostro giovane concittadino Michele Montalto (1841-1866), soldato castelvetranese , non volendo venir meno al suo giuramento di fedeltà al Re, è morto nella fortezza di Fenestrelle in Piemonte, dove era stato deportato, assieme a tanti altri commilitoni dell’esercito Duosiciliano, il cui nome e la cui origine sono consegnati in una lapide cimiteriale di quel centro e nell'atto di morte rinvenuto negli archivi della fortezza.
La sua salma, assieme a quella di altri 2 militari borbonici siciliani, è stata l'unica ad aver avuto una sepoltura dignitosa grazie all'intervento della Parrocchia, senza la quale i corpi e la loro memoria sarebbe finita sciolta nei vasconi di calce viva, nel primo lager per i meridionali.
Cinquemiladuecentododici condanne a morte, 6564 arresti, 54 paesi rasi al suolo, 1 milione di morti. Queste sono le cifre della repressione consumata all'indomani dell'Unità d'Italia. La prima pulizia etnica della modernità occidentale operata sulle popolazioni meridionali dettata dalla Legge Pica, promulgata dal governo Minghetti del 15 agosto 1863 "...per la repressione del brigantaggio nel Meridione".
Qualche anno fa Nino Centonze aveva inviato alla precedente amministrazione comunale una nota nella quale chiedeva di poter ricordare in qualche modo questo concittadino, purtroppo la richiesta ebbe lettera morta “con la speranza che sia più sensibile nel ricordare coloro che hanno dato il sangue per la patria e per un ideale".