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“Lu primu zzuccu muscateddu” tra aneddoti, dicerie e un colpo di fortuna inaspettato

di: Vito Marino - del 2020-06-07

Immagine articolo: “Lu primu zzuccu muscateddu” tra aneddoti, dicerie e un colpo di fortuna inaspettato

Mi è stato chiesto che significato potesse avere la frase: “lu primu zzuccu muscateddu”, che nei tempi passati noi siciliani usavamo spesso nei nostri discorsi.

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  • Intanto c’è da dire che Il “muscateddu” (vitigno Moscato) è una pianta che proviene dal bacino orientale del Mediterraneo. La sua diffusione in Sicilia si deve ai i coloni greci, che portarono con loro i tralci per poterlo coltivare nelle colonie della Magna Grecia. La varietà bianca è la più pregiata.

    La coltivazione del vitigno si diffuse velocemente grazie al capriccio da parte delle classi agiate, di possedere e gustare i piaceri della vita. Essi infatti, nelle loro proprietà facevano coltivare “li delizi”, cioè tutte quelle varietà di buona frutta che abitualmente non si trovano in commercio, ed erano moltissime.

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  • Quest’uva veniva già citata dai romani come: Apicae o Apianae. Il suo nome odierno deriva da muscum (muschio) a causa del profumo intenso e del suo dolce aroma. In tempi antichi si otteneva un vino dolce simile al moscato, facendo appassire le uve.

    A partire dal Trecento, il vino dolce aromatico divenne molto ricercato, e grazie principalmente ai commerci che Venezia aveva nel Mediterraneo orientale si diffuse nella penisola italiana con il nome di "vino greco".

    Trattata già la premessa, mi fa piacere ricordare che i nostri nonni, a causa dell’analfabetismo molto diffuso, nel corso del discorso usavano pochi vocaboli, ma moltissimi proverbi e frasi idiomatiche, che da sole già esprimevano tutto un pensiero o addirittura tutto un concetto di filosofia popolare, come il proverbio “Ci voli assai pi sapiri picca”.                                                                                           

    Pertanto la frase idiomatica: “lu primu zzuccu muscateddu” veniva usata spesso per indicare tanti significati, che in maniera concisa esprimeva una delusione o una sorpresa.

    Siccome le frasi idiomatiche e i proverbi, che sono a migliaia, non sono trattati se non in minima parte dai pochi vocabolari che abbiamo, la ricerca si deve effettuare esclusivamente nella memoria di noi anziani.

    Così, per approfondire le indagini ho lanciato su “Facebook” questa domanda: "Ho sentito dire spesso la frase "lu primu zzuccu muscateddu" (la prima pianta di vite moscato) ma non so spiegarmi il significato. Qualcuno me lo potrebbe spiegare?"

    Ho ricevuto le seguenti risposte:

    -Giacomo Mendolia: “Lei è un grande cultore delle tradizioni popolari che seguo su una nota testata giornalistica on line e spero proprio di non sbagliarmi a fornirle la seguente spiegazione. La sento dire a mio padre per sottolineare che il risultato non era quello sperato o atteso. Forse si metteva a dimora una pianta convinti che fosse di eccellente qualità, invece poi risultava di infima qualità?”

    -Attilio Di Filippi così ha risposto: “Ha il significato di un inaspettato colpo di fortuna. A volte veniva detto con ironia. Lu muscateddu era un vitigno di uva da tavola che veniva piantato in pochissimi esemplari mezzo alle viti da vino. Per cui quando si iniziava a vendemmiare se la prima pianta era appunto lu muscateddu (ad Alcamo era la nzolia) veniva considerato un colpo di fortuna”.

    -Cristina Salvo: “Attilio Di Filippi ....anch'io penso sia la giusta spiegazione”.

    -Giuseppe Salluzzo: “Concordo con Giacomo e Attilio un modo di dire due significati”.

    -Isabella Rumè: “Concordo con Attilio Di Filippo. Dalle mie parti, Palma di Montechiaro , si dice "a prima rappa nsolia" proprio per dire che si inizia bene o male una situazione”.

    -Enzo Romano:"Ad Alcamo il detto era: "A prima viti....nsolia" Per dire: "Che colpo di fortuna!"

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