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Halloween o "la festa di li morti". Cosa resta delle nostre tradizioni?

di: Vito Marino - del 2020-11-03

Immagine articolo: Halloween o "la festa di li morti". Cosa resta delle nostre tradizioni?

La globalizzazione sta distruggendo le nostre bellissime tradizioni sostituendole con altre di provenienza nordica che non hanno riscontro con la nostra antica cultura.

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  • Mi riferisco, in modo particolare alla notte di Halloween, che si sta sostituendo alla nostra “Festa di li morti”. Il nome possibilmente deriva dall’inglese “All allows even” cioè la sera in cui tutto è permesso. Si tratta di una ricorrenza di importazione statunitense e canadese.

    L’origine di Halloween è antichissima e risale a quel periodo storico quando Francia, Inghilterra, Irlanda e Scozia, facevano parte della cultura celtica con religione druidica, prima di cadere sotto il potere di Roma.

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  • Questo giorno coincideva con la fine della stagione calda, celebrata nella notte del 31 ottobre con la festa di Samhain “fine dell’estate” da: Sam= estate, e fuin= fine. Secondo la leggenda, in quella notte fate e folletti erano soliti fare scherzi anche pericolosi agli uomini. I Celti per accattivarsi la loro amicizia lasciavano del cibo sulla tavola in segno di accoglienza. Da qui l’usanza del “dolcetto o scherzetto?”.

    Per un popolo essenzialmente agricolo come i Celti, l’arrivo dell’inverno era associato all’idea della morte e si credeva che gli spiriti esercitassero il loro potere sui raccolti dell’anno nuovo. Elemento tipico della festa è la simbologia legata al mondo dell’occulto, tradotta sotto forma di immagini macabre tra cui le zucche intagliate e illuminate all’interno.

    La festa oggi si è diffusa anche in altri Paesi del mondo adattandosi alle culture locali; le sue caratteristiche sono molto varie: si passa dalle sfilate in costume ai giochi dei bambini, che girano di casa in casa chiedendo “dolcetto o scherzetto”.

    E’ con sommo dispiacere constatare che proprio in Sicilia, ricca di tradizioni popolari “La festa di li mortri” dedicata ai defunti e a cui partecipavano i bambini, scompaia, per far posto ad Halloween, proveniente da una cultura non nostra, che permette di festeggiare streghe e folletti dei boschi nordici.

    Ed è ancora più grave dovere constatare che questa nuova ricorrenza viene incoraggiata dalla scuola e quindi dalle nostre istituzioni che non si rendono conto dell'importanza delle nostre tradizioni e della nostra cultura.

    Purtroppo, oggi, come frutto indesiderato della recente globalizzazione, i popoli economicamente e militarmente più evoluti, anche se dotati di una cultura di poco valore, hanno esercitato molta influenza su altri popoli, spesso con un più ricco patrimonio di conoscenze.

    Così in Sicilia si sono perduti o modificati dei valori umani inestimabili, come il modo di vivere, di pensare, di occupare il tempo libero, di lavorare, di giocare, di comunicare in seno alla famiglia e nella società.

    Oggi, anche nella Sicilia, legata alle tradizioni, in questa società consumistica, che adora solo il dio denaro, la famiglia si disgrega e degli estinti ci si dimentica presto. La famiglia e la casa per il siciliano erano tutto il proprio mondo, attorno al quale giostrava la società. “E’ la to casa chi ti strinci e ti vasa” “Casuzza to cufulareddu to”, così sentenziavano i proverbi.

    La concezione di sacralità della famiglia e di rispetto verso i suoi componenti, anche defunti, da noi continuava più che mai anche dopo la morte. Questa ricchezza d’animo, questa “corrispondenza d’amorosi sensi” con gli estinti, per come sosteneva il Foscolo, era qualcosa che noi siciliani ci portavamo dietro da millenni e nessuna colonizzazione era riuscita a portarci via.

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