Se davanti una donna morente le persone registrano un video al posto di prestare aiuto. Ecco perchè succede
di: Dott.ssa Fabrizia Modica - del 2020-08-07
Ha lasciato tutti a bocca aperta la vicenda accaduta a Crema che ha visto protagonista una donna di 38 anni che, dopo essersi allontana dal centro terapeutico psichiatrico nel quale era seguita si è cosparsa di liquido infiammabile e si è data fuoco in un campo nei pressi di un ristorante.
Ma a rendere questa scena più sconcertante è stata la condotta di alcune persone che invece di soccorrere la donna hanno preferito filmare la scena con il telefonino mentre solo due persone tentavano di fermare il fuoco e aiutare la donna.
Credo che questa vicenda debba farci riflettere e metterci in allarme. La domanda che viene facile porsi è: “Cosa può spingere un soggetto a prendere un cellulare in una situazione di questo tipo e avere la voglia, il coraggio e la totale assenza di umanità nel filmare una scena straziante?”.
Proviamo a capire insieme quali sono i meccanismi che si innescano in tali soggetti. Sono prevalentemente due i punti sui quali bisogna soffermarsi.
La curiosità morbosa è uno degli atteggiamenti che sta alla base di quello che si è verificato nella tragedia di Crema.
L’aggettivo morboso ci rinvia alla sfera della malattia mentale e può essere associato a diversi comportamenti appartenenti ad esempio anche alla sfera sessuale ed indica quel comportamento tipico di chi prova piacere nel guardare immagini eccessivamente violente.
Si scatena dentro tali soggetti il bisogno di vedere, sentire e interagire con tutto ciò che generalmente viene etichettato come proibito.
L’altro punto che va necessariamente approfondito ha a che vedere con l’esigenza patologica di alcuni utenti delle piattaforme social di condividere qualsiasi tipo di contenuto (sia foto che video) con il resto della community.
Il costante bisogno di approvazione, di popolarità, la ricerca sfrenata di followers, like e condivisioni, può condurre l’utente a non essere più in grado di capire cosa è giusto condividere e cosa no. Non possiamo che definire tali utenti come personalità patologiche incapaci di agire in modo razionale e di sentire la sofferenza degli altri.