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Josip Ilicic. Quando il successo non salva dalla depressione e i soldi non fanno la felicità

di: Dott.ssa Fabrizia Modica - del 2020-08-19

Immagine articolo: Josip Ilicic. Quando il successo non salva dalla depressione e i soldi non fanno la felicità

Il disturbo depressivo non fa distinzioni di classi sociali, e non guarda al conto in banca di ciascun individuo. Lo sa bene il centroavanti sloveno dell’Atalanta Josip Ilicic. L’ultima presenza in campo risale all’11 luglio, dopodiché sul calciatore si hanno ben poche notizie.

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  • Dopo le prime ipotesi di infortunio viene svelato il reale motivo che ha portato Ilicic a tornare nella propria terra natia, un disturbo depressivo. Da qui nascono gli interrogativi di molti che non hanno potuto fare a meno di chiedersi come fosse possibile che, un giocatore giovane e all’apice della sua carriera, potesse essere depresso.

    La vita del giocatore è costellata di diversi episodi negativi: l’uccisione del padre a soli 7 mesi, un’infanzia segnata dalla guerra, la malattia e la morte del giovane compagno di squadra Astori.

    Questa catena di tragici eventi termina con il lock-down, la quarantena, le immagini dei morti che hanno riportato a galla profonde ferite e un disturbo depressivo con il quale Ilicic si era già confrontato in passato.

    I disturbi depressivi possono avere una natura endogena (cause legate a fattori biologici) o una natura esogena (dovuta a eventi di vita stressanti o altri fattori psicosociali come il divorzio, la disoccupazione o un trauma).

    Questo ci fa capire che anche un soggetto che ai nostri occhi appare fortunato perché magari possiede tutto ciò che può essere definito desiderabile non è esente dalla possibilità di intercorrere in un disturbo depressivo; e utilizzare nei suoi confronti frasi del tipo “Ti lamenti? Proprio tu che sei ricco?”; “Pensa a quelli che stanno peggio di te!”; “Non ti manca nulla e sei triste?”; non farà altro che far sentire chi soffre di tale disturbo ancora più solo ed incompreso. Le vittorie, la notorietà, i soldi non sempre regalano la felicità eterna.

    Paura, dolore, tristezza sono compagni più comuni di quanto pensiamo anche nella vita di chi ha toccato il successo. L’atteggiamento più giusto è quello che mette al primo posto la comprensione.

    Bisogna far capire a chi è caduto in questo disturbo che non è colpa sua, che essere depressi non significa essere deboli. Ilicic ha esposto al mondo la sua fragilità, ha chiesto aiuto e non per questo verrà marchiato di un titolo diverso da quello di “campione”.

    La depressione non descrive ciò che una persona è. Nessuna patologia, fisica o mentale, può etichettare un uomo. Non bisogna avere paura di sentirsi fragili, non bisogna avere paura di chiedere aiuto perché quello è il primo passo verso la luce.

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    Effeviauto 6 gennaio 2025