Nel ricordo del cvetranese Gaspare Centonze, un mito italiano nella scherma sulle orme del maestro Rossano
di: Salvatore Di Chiara - del 2021-02-18
In un periodo tormentato da vicissitudini varie e scarse programmazioni, lo sport assume quelle fondamenta importanti e valorose per affrontare alcune tematiche storiche di grande interesse. La nostra città ha assunto e formato in gergo sportivo, moltissimi atleti ed in alcuni e rari casi, dei campioni con affermazioni nazionali ed internazionali di spessore mondiale.
Sulle orme del maestro Rossano, nel 1904 nasceva a Castelvetrano, un talento dalle doti eccezionali sin dalle prime battute imparabili nella scherma. Il suo nome era Gaspare Centonze. Lo stesso, in tenera età si dedicò all'uso di quello strumento che lo rese nel tempo, un campione di rara bellezza agonistica e combattiva.
Il suo mentore fu il citato maestro Rossano che, vide in lui quelle sinuose qualità sportive paragonabili ed in alcuni casi, migliori rispetto al suo passato sportivo.
Terminati gli studi, dovette affrontare un percorso lontano dalla sua cittadina, dovendo sopperire alla miseria e scappare letteralmente da una situazione alquanto complicata. Vinse un concorso per sottotenenti maestri di scherma ed in quel momento, si spalancarono le porte del paradiso sportivo.
Gli insegnamenti del maestro, avevano costituito un bagaglio di conoscenze tecniche ed umane, portandosi dietro quella sensazione emotiva tale da, poter sfondare in una disciplina difficile ma coesa con le sue ambizioni.
In breve tempo, divenne campione nazionale e vinse alcune gare internazionali, sfidandosi contro atleti argentini, ungheresi, austriaci di livello eccelso.
Negli anni trenta, risultò uno dei migliori atleti al mondo, riuscendo a dividersi in tre discipline della scherma ( spada, sciabola e fioretto) e tranne un breve periodo vissuto sul fronte jugoslavo( guerra di liberazione), riuscì a gareggiare sino agli anni '60 nei tornei UNUCI.
Nonostante tutto, lo contraddistingueva un'innata passione e spinta emotiva di grande sensazione carismatica, fornendo prestazioni formidabili e nel corso della carriera, riuscì a perfezione la " botta segreta", un passaggio di scherma sensazionale in grado di scaricare un colpo improvviso e vincente.
Si affermò come tecnico della rappresentativa italiana, partecipando alle Universiadi di Dortmund 1953, San Sebastien 1955, Parigi 1957 e Torino 1959. Avendo raggiunto ottimi risultati, la federazione austriaca decise di acquistarlo e scipparlo facilmente a quella italiana, preparando la nazionale olimpica e confermando le sue ottimi doti anche fuori dalla pedana. Il suo ricordo massimo da tecnico, lo si deve alla crescita e formazione di una campionessa unica come Irene Camber ( oro e bronzo olimpico nel fioretto).
La sua storia è stata contraddistinta dall'aspetto sportivo, unito al valore della Patria e legato alla sua mansione militare, divenendo nel tempo Maggiore a cui furono affidate alcune palestre sportive per la formazione di valorosi schermidori. La città di Trieste ha reso omaggio e negli archivi sportivi, una mostra con la presenza del Centonze, rende alto il profilo di questo personaggio fantastico.
Nel 1979 ricevette dal Coni la Stella d'Argento Dirigenti, unita a quella del 1984, contrassegnata con la Stella D'oro Dirigenti e premiato dalla Repubblica Italiana il 27/12/1982, con un riconoscimento per l'alto valore espresso nel territorio italiano ed avvalorato come Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
La figura del Centonze ricalca pienamente il palcoscenico dell'impegno profuso, con determinazione e scelte di vita accurate ed oculate. In esso, una profonda e viva affermazione personale, non dimenticandosi delle sue umili origini, avendo affrontato un itinerario giovanile di spunti morali e desiderosi dall’esser raggiunti. Dall'impronta del Rossano alle vittorie internazionali, virando verso una crescita esponenziale.
Possiamo affermare con mero giudizio, della presenza di un campione vero, costruito con l'allenamento continuo, rispettoso, duraturo ed affermando il concetto per cui, l'attenzione stimoli gli obiettivi e bisogna perseguire tali, per ricevere un compenso effettivo dalla vita.
La nostra città , spesso impelagata nella mancanza efficiente dei ricordi, attesti e concentri la presenza di quei personaggi di varia natura, apportando con esse, la possibile definizione unica della bellezza costituita dai passaggi storico-culturali-sportivi.