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La morte di Marco Rosazza. Un omicidio ancora irrisolto e quei lavori della tratta ferroviaria CaVetrano-Partanna-San Carlo- Salaparuta

di: Salvatore Di Chiara - del 2021-03-15

Immagine articolo: La morte di Marco Rosazza. Un omicidio ancora irrisolto e quei lavori della tratta  ferroviaria CaVetrano-Partanna-San Carlo- Salaparuta

La nostra terra ha mantenuto nel corso del tempo, uno standard di immane e grossolane assenze di copertura efficiente, dimenticandosi apertamente di quei tetri episodi irrisolti nel suo lungo percorso. Una perfida ingiustizia, figlia del reo mancato confesso ed errori marchiani d'assenza di copertura giudiziaria.

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  • Tra di essi, l'omicidio dell'appaltatore Marco Rosazza rimarrà un complesso negligente di disaccordi ed inconvenienti amministrativi. L'importanza dello stesso, fu dato dall’affidamento per il completamento dei lavori della tratta  ferroviaria Castelvetrano-Partanna-San Carlo- Salaparuta. Una tratta nata nella casualità  improvvisa, dovuta alla scissione di un'infrastruttura (Castelvetrano - Porto Empedocle) e, successivamente divisa in due tronconi.

    I lavori procedevano nella lentezza abnorme di cui, questa terra martoriata è abituata ormai da tempo e nonostante i tentativi aperti di lunghi ed interminabili convegni, s'aprì una contestazione di natura socio- politica, con lo storico intervento del parlamentare De Viti De Marco (10 marzo 1906) che accusò il Governo centrale di scarso potere controllore nei lavori delle infrastrutture meridionali, alludendo nello specifico, alla tratta Castelvetrano-Salaparuta. Una contestazione vibrante, scandita da fischi ed ululati intimidatori nei suoi confronti.

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  • Questo strascico di  polemiche, subì indirettamente una scia negativa. L'appaltatore Rosazza cercò di attuare una politica organizzativa tale da rimediare alle nefandezze strutturali del periodo. L' industriale piemontese (molti allusero ad origini castelvetranesi mai evidenziati nei documenti), cercò di velocizzare gl'impegni infrastrutturali, coinvolgendo con una massiccia partecipazione lavorativa affinché il percorso trovasse epicentro nella sua conclusione.

    Tale sterzò ad una profonda ed inattesa conclusione, avvenuta la sera del 15 ottobre del 1908, con la morte in territorio castelvetranese.

    Frettolosamente si diede la colpa ad una fugace presenza di alcuni rapinatori, intimando al Rosazza dei denari ed uccidendolo in una colluttazione illusoria. Il consiglio comunale dei giorni successivi, confermò tale ipotesi senza mezzi termini, chiudendo la faccenda con tempestività e continuando nella sua lugubre lentezza burocratica.

    La tratta fu conclusa "solamente" il 10 giugno del 1910, dove vennero spesi più denari per i festeggiamenti insoliti, rispetto al collaudo strutturale nato sotto una cattiva stella.

    Il tragico evento scosse leggermente l'opinione pubblica, delegittimando la vericidità dei fatti e, con estrema dose di superficialità, il Rosazza venne abbandonato e bistrattato come un episodio di natura casuale. 

    Perché non si aprì un'inchiesta giudiziaria sulla sua morte? Quali segreti nascondeva quella tratta? Molti  parlamentari fischiarono l'intervento dell' On. De Viti De Marco a favore della celerità dei lavori. Perché quest'astio nei confronti di un'infrastruttura divenuta incredibilmente il culmine di un dibattito nazionale?

    Nessuno potrà restituire la vita ed una fonte di verità mai espressa nelle sue forme vivaci, lasciando nell'immaginaria perplessità un caso di vaste proporzioni, di cui possiamo marginalmente ricordare alcuni passaggi importanti. 

    Una lapide del Rosazza è visibile sul luogo dove avvenne il fattaccio, con un timido ed increscioso ricordo. Lontano dalla lente d'ingrandimento, un personaggio dimenticato facilmente dall'onta popolare e mai vissuto nella sua profonda appartenenza ed onesta attività lavorativa.

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