Storia del Teatro Selinus, la Commissione speciale e la diatriba sul luogo in cui doveva sorgere
di: Doriana Margiotta - del 2021-03-17
In foto: Il teatro Selinus (ph. wikipedia)
Il Teatro Selinus è uno degli edifici più importanti della nostra città, non solo perché rappresenta il luogo in cui le arti sceniche prendono forma, ma anche perché è un bellissimo esempio di architettura moderna, che molti ci invidiano.
La sua storia recente la conosciamo tutti, ma poco sappiamo delle vicende che precedettero la sua realizzazione.
Giovan Battista Ferrigno nel libro “Teatro e Giuochi a Castelvetrano, inedito del 1931” narra le vicende che precedettero e accompagnarono la costruzione del nostro Teatro Selinus “in parte sono note, ma in gran parte ignorate, specialmente dai giovani”.
Secondo lo scrittore, la passione per il teatro, probabilmente, l’abbiamo ereditata dai greci e dai romani. Negli archivi ci sono dei cenni sul grande amore di Castelvetrano per il teatro, ed è proprio questo amore che portò all’idea di costruire un teatro adatto al fervore culturale che si respirava a quei tempi nella nostra città. È il 1858 quando grazie all’interessamento del Sottintendente di Mazara, mentre era sindaco della città Francesco Signorelli, si elesse una speciale commissione composta da dieci cittadini, il cui compito era quello di attuare un progetto per la realizzazione del teatro, ma le difficoltà furono molteplici.
Nel 1861 si tornò a parlare di questo progetto e si era scelto come luogo dove erigere il teatro la piazza di San Giovanni, oggi chiamata piazza Regina Margherita. Si era anche fatto redigere il piano d’arte dall’ingegnere Salvatore Riga che fu approvato in poco tempo dalla Intendente di Trapani, si era scelta la commissione per vigilare durante i lavori di costruzione, si stavano preparando i materiali necessari.
Era quasi tutto pronto quando, quasi inaspettatamente, arrivò una ministeriale voluta dal Vescovo di Mazara, che fece fermare i lavori sul nascere. Il motivo di questo dietrofront fu il luogo dove doveva sorgere il teatro: piazza San Giovanni.
Secondo il Vescovo, costruire il teatro in quel luogo, avrebbe arrecato danno al culto della chiesa di San Giovanni, così si affidarono i lavori del progetto a Francesco Lentini, che cambiò profondamente il progetto iniziale e ubicò il teatro in un altro posto della città.
Purtroppo, anche questa volta, i lavori si fermarono per parecchio tempo, sicuramente contribuirono a questo ennesimo fermo, lotte di parte e una forte opposizione del clero. Nel frattempo, nel 1867 a Castelvetrano arrivò il colera e tutti i progetti sul teatro furono messi da parte.
Nel 1867, il sindaco di allora, Giacomo Triolo Sciacca, che aveva capito che la presenza di un teatro in città era importantissima, soprattutto per la grande passione dei cittadini per le arti sceniche, fu promotore dell’acquisto di un fabbricato di proprietà del Principe Pignatelli. Finalmente nel 1872 il fabbricato fu demolito e nel 1873 se ne gettarono le fondamenta, ma i lavori continuarono per poco tempo e ad un certo punto si fermarono nuovamente.
Nel 1880, salito al potere il sindaco Giuseppe Saporito-Ricca, il progetto fu affidato all’architetto Giuseppe Patricolo, che fece modifiche molto consistenti, dando al teatro di Castelvetrano un aspetto simile a quello dei teatri dorici della vicina Selinunte. Sotto la sua direzione, i lavori andarono avanti in modo spedito.
Le cariatidi del palco reale, in pietra di Billiemi, col viso e con le estremità in marmo bianco, a somiglianza delle metope trovate nel tempio E di Selinunte, furono opera dello scultore trapanese Leonardo Croce. Il telone, rappresentante l’apoteosi di Empedocle a Selinunte, fu dipinto da Gennaro Pardo.
I lavori per la realizzazione del teatro si ultimarono nel 1910.
Giovan Battista Ferrigno, scrivendo al Podestà del tempo, disse “il teatro non è stato mai inaugurato, né gli si è imposto mai il nome e non ho da aggiungere altro che all’edifizio si riferisca, se non che è l’edifizio moderno più importante che abbia avuto Castelvetrano”.
Dal collocamento della prima pietra alla sua completa realizzazione ci sono voluti 58 anni.
Il nome gli fu dotato solo nel 1931 dal podestà Riccardo Tondi e divenne un punto di riferimento nella vita culturale della città.
Grazie alla penna di questo straordinario scrittore abbiamo potuto conoscere, anche se a grandi linee, i retroscena che portarono alla costruzione del nostro teatro. Una pagina storica che pochi conoscono, ma che fa comprendere i meccanismi del potere dell’epoca, personaggi del mondo politico ed ecclesiastico che a quel tempo avevano in mano le sorti della nostra città.
Quando si entra al teatro Selinus, si ha la consapevolezza di entrare in un luogo unico nel suo genere, dove è racchiusa l’arte, ma anche la nostra storia e la nostra cultura. Si rimane affascinati dalla sua bellezza che è presente in tutti i suoi particolari e si ha la sensazione di fare un tuffo in un passato glorioso in cui il teatro era il centro delle attività culturali di Castelvetrano.
Grazie a Giovan Battista Ferrigno per questa lezione di storia.