La prova di forza castelvetranese durante l’austerity del 1974. Ricordi di un periodo difficile ma affrontato con grande dignità
di: Salvatore Di Chiara - del 2021-01-21
La filologia storico - culturale è un elemento imprescindibile, affinché l'essere umano riesca a proporre un contatto diretto con l'attualità corrente. In un periodo di massima concentrazione, limitazioni, restrizioni di varia natura, spesso il cittadino rimarca negativamente le valutazioni evidenziate ed emanate per il bene collettivo.
Il percorso contemporaneo evidenzia un episodio di carattere internazionale che, ebbe risalto anche nella nostra cittadina e modificò la posizione dei castelvetranesi col territorio.
Nel gennaio del 1974, l' Italia fu investita da un profondo cambiamento nei modi, stili ed approcci con le quotidiane abitudini. La guerra tra Israele ed Egitto, aveva comportato una serie di profonde ferite ed i rapporti tra i Paesi arabi ed occidentali abbastanza mutati. L'embargo petrolifero ai danni di Usa ed Occidente, la royalty e la chiusura del canale di Suez, cambiò repentinamente la struttura interna dei Paesi.
Il governo italiano discusse un piano di austerità nazionale ed esso entrò in vigore a partire dal 2 dicembre del 1973 . Il piano prevedeva l'imposizione alla circolazione dei mezzi di trasporto privati nei giorni festivi. Purtroppo, le conseguenze furono inizialmente negative e di gran appannamento socio-economico.
I forti aumenti del prezzo dei carburanti, l'obbligo di ridurre la pubblica illuminazione del 40% e di tenere spente insegne e scritte pubblicitarie, con i bar e ristoranti che dovettero chiudere entro la mezzanotte ed i locali di pubblico spettacolo a cui venne imposta la chiusura entro le ore 23:00, orario in cui chiusero anche le trasmissioni televisive.
Il decreto durò sino ad aprile del 1974, con le prime libertà concesse e cessò definitivamente nel mese di giugno dello stesso anno.
Castelvetrano visse questa situazione con estrema correttezza, ritrovandosi improvvisamente in un contesto di raro cambiamento.
Rispetto alle posizioni intraprese da altre città (Milano, Macerata ecc. ecc.), con notevoli scontri e proteste di piazza, la nostra città seppe rispondere con ampia fermezza e capacità emotiva, alle sostanziali scelte governative, dimostrando un senso pieno e ferreo nel rispetto graziato delle regole imposte.
Alcuni cittadini, espressamente intervenuti alle mie domande incuriosite sul periodo, hanno esternato un lungimirante pensiero di natura sociale. Quei mesi diedero adito all'appartenenza territoriale, fornendo un apporto sostanzioso. Una massa semplice, genuina ed alla ricerca partecipativa senza ostruire il decreto imposto dal Governo italiano.
Nelle strade, tanti ragazzini festanti e sorridenti, con bici, pattini e volenterosi di partecipare alla "nuova" vita.
Un profondo e legittimo senso di conoscenza, lasciandosi alle spalle il moto perpetuo e monotono del mezzo, sguazzando apertamente verso nuovi obiettivi, non creando timori reverenziali per l'assenza del bene comune (mezzo privato).
Quel periodo coincise anche col carnevale ed incontravi i cosiddetti "mascherati", distratti dal divertimento ed inconsci dal cambiamento in corso. Una città viva e coesa, intuendo il momento di sconforto internazionale come segno di riavvicinamento.
La reazione mostrò ampia intelligenza interiore ed apprezzamento delle regole, imponendo un alto profilo culturale e civico.
Il confronto di natura tempistica, mostra segni di cedimento ed oggigiorno, incapaci di saper sfruttare le armi a disposizione, non permettono un miglioramento di questa società impavida ed insulsa nei suoi meccanismi alterati.
Gli episodi che, il percorso storico di questa città ha mostrato, possono servirci per una crescita esponenziale ed umana attuale, affinché i problemi non diventino ostacoli incontrastabili.
Le foto sono state gentilmente e piacevolmente concesse dallo storico castelvetranese Vincenzo Napoli.