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Fra Bernardo da Corleone, il suo operato per CVetrano e la santificazione avvenuta nel 2001

di: Salvatore Di Chiara - del 2021-07-06

Immagine articolo: Fra Bernardo da Corleone, il suo operato per CVetrano e la santificazione avvenuta nel 2001

La tormentata storia castelvetranese emette verdetti lodevoli dal punto di vista socio-storico, evidenziando passaggi di natura emotiva intensi e gratificanti. Un paese dalle grandi prospettive morali, defraudata da una scarsa conoscenza e coscienza del vissuto.

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  • La presenza illustre di alcuni uomini, ha determinato un percorso di notevole ed incandescente metamorfosi sociale, rappresentando lo spunto necessario per la crescita, nonché forte espansione verso un immenso appagamento morale della collettività.

    La fruttuosa presenza, seppur breve nell'arco temporale (1638) del frate Bernardo da Corleone, ha esercitato e promosso un forte legame tra la religiosità e la crescita del prossimo.

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  • Una Castelvetrano in forte espansione socio- economica che, nel 1661 si trovò ad occupare il primo posto come centro cittadino più popolato della provincia, diede il benvenuto ad uomo particolarmente interessante nonostante una vita tormentata dalle vicissitudini passate e poco avvezzo dal punto di vista dialettale.

    Emarginando dal nostro contesto gli aspetti legati agli anni precedenti, ci soffermiamo intensamente sulle situazioni vissute nella nostra cittadina e la forte attrazione umana coniugata, creduta ed ottenuta nel suo anno di permanenza.

    Fra Bernardo giunse a Castelvetrano dopo un lungo peregrinare tra i conventi siciliani e rimase circa un anno presso il nostro, accompagnato da una campagna denigratoria dura e disprezzante. Padre Basilio da Burgio aizzò ancor una volta contro, mettendolo con le spalle al muro nei confronti del guardiano padre Francesco Gibellina.

    La breve permanenza presso la struttura, fu segnata dall'umiliazione continua che culminò in un castigo teatrale in cui il cappuccino corleonese fu costretto a comparire nel pubblico refettorio (luogo deputato delle grandi occasioni), con un " vaso sordido e sporco" appeso al collo.

    Nonostante l'episodio sconcertante, l'obiettivo del frate era concentrato nell'assoluta parola del Signore, accettando con estrema serenità ogni colluttazione imposta dai superiori. In  quel periodo, trasparì l'impegno ascetico che si era assunto con la scelta di vita cappuccina.

    Costernato da un'ansia religiosa, sapeva di trovarsi di fronte ad un contorno importante ove la sua cosciente predisposizione verso i poveri, lo rendevano speciale. Nell'ampia e spesso sprovveduta incoscienza dei giudizi, Fra Bernardo rimase rigorosamente uomo, fugando alcune considerazioni fuori luogo ed impalpabili.

    Viveva con pienezza le vicende degli uomini e con umiltà contagiosa, portava impressa la stigmate della popolarità.

    Nel convento dei frati Cappuccini si occupava dei più vili esercizi presenti, come scopare la cucina o lavare i piatti, rendendosi disponibile per qualsiasi opera di bene. All'esterno, indomito di fronte ad una condizione ostacolata dalla povertà lampante, l'aiuto verso i disagiati ed i meno abbienti era abbastanza visibile.

    Sin dalla tenera età, era stato educato con dei valori congrui alle esigenze altrui. Mantenne quest'atteggiamento infimo e genuino con i castelvetranesi, nella massima disponibilità possibile. Il suo coinvolgimento di natura religiosa mescolata a quella caritatevole, dipingeva un uomo dalle indubbie qualità interiori.

    Nella sua povertà lessicale, intravedeva la salvezza dell'uomo attraverso l'amore di Dio e la penitenza. Quando non riusciva ad ottenere e raggiungere l'esito sperato o errava nelle sue concezioni religiose nonostante fosse docile e remissivo, si autoflagellava come segno di sconfitta.

    Quell'annata castelvetranese fu contrassegnata da processi di opere e verità, alimentando un miglioramento tra i fedeli e rimarcando l’esigenza sociale spesso assente. 

    Divenuto santo nel 2001, Fra Bernardo ha evidenziato il percorso umile e dignitoso della mansione, accrescendo con estrema accuratezza dei particolari il rapporto tra popolo e religione. Il ricordo castelvetranese, nella sua esile presenza annuale, erge un personaggio dall’estrema signorilità devota.

    È stato in grado di coinvolgere con la sua semplicità d’animo, quella schiera povera ed attendista. Rimarrà impressa una figura buona e carismatica, percependo il percorso spirituale terreno. 

    Ringrazio apertamente e vivissimamente, la cordiale disponibilità di Fra Giuseppe per avermi concesso le foto della stanzetta dove viveva Fra Bernardo.

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