Nel ricordo di Di Crescenzo, un talento puro amato dai tifosi della Folgore
di: Salvatore Di Chiara - del 2021-06-16
Dopo il brillante settimo posto ottenuto nella stagione 1949-50, il dott. Li Gotti (prefetto in carica nel nostro comune) prese in mano il sodalizio rossonero nonostante le difficoltà economiche ed il deficit delle casse societarie. I tifosi invocavano una campagna acquisti importante e la possibilità di disputare un torneo di spessore.
Alla corte di mister Ziletti I (allenatore-giocatore), giunsero a Castelvetrano diversi volti nuovi di gran caratura tecnica ed umana. Tra i nomi di spicco, senza ombra di dubbio il centrocampista Massera strappato ad alcune società professionistiche, l'ala Pedrazzini (funambolo dal dribbling ubriacante) ed un centro-avanti (negli anni Cinquanta era il termine esatto con cui veniva acclamato l'attaccante principe della squadra) Di Crescenzo.
Quest'ultimo rappresentava la ciliegina sulla torta di un Presidente appassionato di calcio, grande ammiratore del bel gioco e dei calciatori tecnici.
L'ambiente folgorino è sempre stato abbastanza esigente, complicato e tanti buoni calciatori hanno affrontato con difficoltà l'esperienza castelvetranese. Di Crescenzo era un attaccante veloce, rapido negli spazi, forte nel dribbling e gran stoccatore. Armi di raffinatezza, per un calciatore tecnico ed allo stesso tempo, elegante e fine nei suoi movimenti.
La stagione folgorina iniziò senza squilli di tromba, figlia di un ambientamento lento ed alcuni dettami tattici di non facile assimilazione. Alla sesta giornata avvenne la svolta personale e del gruppo, grazie al pari interno contro i cugini del Mazara calcio che, impattarono al Paolo Marino solamente al minuto 80 e con un rigore discutibile. I 3 mila e passa tifosi applaudirono la squadra ed in particolare, la prestazione a tutto campo di questo splendido calciatore.
Da quel momento, la stagione rossonera prese una strada totalmente diversa e le prestazioni di Di Crescenzo aumentarono a dismisura. Sotto i colpi dei rossoneri caddero la capolista e futura vincitrice del torneo (Palmi), causa squalifica del Caltagirone per illecito e l’attaccante divenne uomo faro dell'intero parco offensivo.
Molti lo ribattezzarono il nuovo Meazza (grazie alla capigliatura), simile al buon Peppino ed i suoi movimenti ubriacanti divennero un osso duro per i difensori avversari durante le gare domenicali.
Rimarrà nella storia di quel campionato la rete segnata allo stadio Aula contro il Trapani nel derby provinciale che sancì una supremazia rossonera nell'arco dei 90 minuti ed il pubblico trapanese s'alzò in piedi ed applaudì sportivamente la prestazione rossonera.
I tifosi castelvetranesi iniziarono a sognare qualcosa di speciale ed unico, assistendo in massa alle partite casalinghe e spesso, durante le trasferte nei campi siculi. Il campionato di Promozione (attuale serie D) stava scoprendo una squadra difficilmente battibile.
Di Crescenzo proseguì nella sua marcia trionfale, segnando reti a grappoli ed esaltando le sue doti. Venne schierato da mister Ziletti I in diversi ruoli: attaccante, ala o dietro l'attaccante centrale nel quintetto offensivo. Divenne l'idolo dei tifosi castelvetranesi, realizzando reti importanti allo Sciacca, la Vigor, Notinese, Caltagirone, Milazzo, Spadaforese e via discorrendo.
Da quel momento, la Folgore realizzò concretamente d'aver trovato lo stoccatore d'are rigore, in grado di sgominare qualsiasi retroguardia avversaria. Durante l'autofinanziamento voluto, cercato e realizzato dal dott. Li Gotti, i calciatori erano presenti nelle sale cinematografiche castelvetranesi ed il pubblico si recava in massa, partecipando alla vita societaria della Folgore. Di Crescenzo era il calciatore più acclamato e desiderato, con cui poter scambiare due paroline nonostante il suo carattere riservato, timido e poco comunicativo.
Le cronache del periodo, descrissero di questo attaccante come un felino in grado di bruciare nello scatto qualsiasi difensore, abile nella lunga gittata e forte nei tiri in diagonale. Seppur ebbe delle difficoltà iniziali, durante l'amichevole contro la Juventina mostrò subito le sue doti basi e riuscì a folgorare e scaldare i cuori dei sostenitori.
La Folgore giunse sesta, ad un punto dal terzo posto (tre squadre a pari merito), tre dal secondo e dieci dal Palmi. Una stagione iniziata sotto una cattiva stella e proseguita con grandi affermazioni ed un riscatto deciso e caparbio. Il centravanti rappresentò un concentrato di emotività, disciplina e capacità d’adattamento.
Le diverse epoche calcistiche hanno dimostrato con posizione tangibile e netta, l’affermazione sul campo di molti calciatori, ponendo l’accento dentro la storia di questo sodalizio. E’ impossibile stabilire una speciale classifica dei migliori, rientrando in fasi storiche-calcistiche differenti e quindi, possiamo permetterci di collocare Di Crescenzo tra i calciatori più illustri della storia nobile e gloriosa rossonera.