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CVetrano e la devozione popolare per San Giovanni Battista. Storia del Santo che protegge la Città dalle calamità

di: Vito Marino - del 2021-06-23

Immagine articolo: CVetrano e la devozione popolare per San Giovanni Battista. Storia del Santo che protegge la Città dalle calamità

Sin dall’antichità l’uomo si è sentito impotente e piccolo di fronte alle forze travolgenti della natura, ai pericoli, alle malattie e alla miseria; per difendersi da tali insidie e per ottenere un maggiore risultato alla sua attività produttiva, si è rivolto ad una entità superiore di natura divina.

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  • Il popolo siciliano è stato sempre religioso e ha frequentato la chiesa; ma, per cultura popolare, per ottenere aiuti più efficaci, si serviva anche di mezzi di mediazione soprannaturali più diretti fra la realtà terrena, costituita da figure e simboli religiosi, scolpiti o dipinti, e il regno spirituale.

      In Sicilia il culto dei Santi è molto vivo ed a volte tende quasi a ridimensionare quello divino, ma questo non deve essere visto in chiave eretica o far scambiare la religiosità isolana per superstizione, ma è segno tangibile della necessità dei siciliani di considerare i Santi a portata d’uomo, più vicini alle loro necessità e pronti ad intervenire in loro aiuto.

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  •   Per i culti rurali, il bisogno umano dell'aiuto divino tangibile, al quale rivolgere voti e preghiere, si manifestava tramite la manifestazione visibile dei Santi (statue, dipinti), ai quali si rivolgevano voti e preghiere. Questa raffigurazione avveniva principalmente con gli altarini costruiti in casa, nelle edicole delle periferie dei centri abitati, nei bagli e lungo i sentieri di campagna.

    Nella passata economia rurale siciliana, il culto del Santo rappresentava l'unico punto d'unione tra ricchi e poveri, tra artigiani e dirigenti, tutti accomunati dalla stessa fede. Ma il culto dei santi avveniva anche con delle raffigurazioni dipinte sui carretti e sulle barche, che l’artista esternava attraverso un vasto repertorio.  In questi modi venivano rappresentati e venerati Gesù, la Madonna, Sant’Antonio da Padova, San Francesco, San Michele Arcangelo, ma anche i patroni più venerati della Sicilia, come Santa Rosalia a Palermo, i santi Alfio, Filadelfio, Cirino e Agata a Catania, San Giovanni a Castelvetrano e tanti altri santi ai quali la tradizione popolare attribuiva particolari poteri taumaturgici e mezzi di mediazione fra la realtà terrena e il regno soprannaturale.  Al fine di respingere i pericoli, molte di queste figure erano rappresentate nelle parti del carretto soggette a maggior rischio; nello stesso tempo queste figure molto vistose rappresentavano vanto e prestigio sociale, per il detentore. Quando sui carretti comparvero le figure dei paladini e le figure leggendarie cavalleresche, quelle dei Santi scomparvero e rimasero nelle parti secondari dei carri, come sulle “chiavi”, restando come funzioni apotropaiche.  Importante è la figura scolpita di San Giorgio che uccide il drago, l’eterna lotta fra il bene e il male. Per quanto riguarda la pittura sulle barche, essa ha una funzione anzitutto di preservarla dall’usura, dalla salsedine del mare e dagli agenti atmosferici, ma dipingere le immagini sacre o denominare la barca con il nome di un santo serve anche a procurarsi la protezione divina. 

    San Giovanni Battista, venerato da tutte le Chiese cristiane è una delle personalità più importanti dei Vangeli; è presente anche nel Corano, come uno dei massimi profeti che precedettero Maometto; come protettore di Castelvetrano viene nominato e pregato quando c’è un temporale con lampi e tuoni. 

    Si tratta di un Santo che, avendo protetto la città da pubbliche calamità e dai fulmini, per i numerosi miracoli attribuiti alla Sua intercessione, ha fatto nascere e crescere la devozione del popolo nei Suoi confronti e a considerarlo Santo protettore della città di Castelvetrano dal 30 Marzo 1697.  Ancora oggi il popolo lo considera protettore della città dalle pubbliche calamità e, principalmente dai fulmini.

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