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Nel ricordo di Serafino Montalto, una vita spezzata per onorare la Patria

di: Salvatore Di Chiara - del 2021-11-30

Immagine articolo: Nel ricordo di Serafino Montalto, una vita spezzata per onorare la Patria

“ .. In questo giorno, come sempre, noi sentiamo viva la fiamma di amor Patrio, ed in questo giorno noi dobbiamo gridare che l'Italia, la bella e cara nostra terra sarà restituita libera ai nostri posteri, come libera l'abbiamo avuta. Un solo ideale la Patria e che ad una sola cosa aspira alla sua Unità!...”.

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  • Parole dettate da quel vivo sentimento profuso e coltivato in tenera età da un giovane baldanzoso, vivace e determinato nelle sue idee. Serafino Montalto si trasferì bambino con la famiglia nella nostra città ed affrontò gli studi con risultati proficui, alimentando sin dalle prime battute quel ferreo processo d'appartenenza territoriale.

    Un giovane allegro ed allo stesso tempo, burlone e carismatico. Crebbe con idee patriottiche e alimentò in molti giovani del periodo l'amore per l'Unità d'Italia. Ispiratosi alle gesta di Garibaldi, lo sbarco di Marsala rappresentava il percorso esatto di qualsiasi cittadino italiano legato alla terra natìa.

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  • Insieme ad alcuni ragazzi del paese fondarono il circolo “Associazione Giovanile Nazionalista” cercando di riscuotere maggiori consensi e coinvolgere il popolo castelvetranese. I suoi valori immensi erano fonte inesauribile d'insegnamento, affinché ci fosse una totale apertura al cambiamento.

    La Sicilia viveva un contesto socio-storico particolare ed i giovani, spinti dall'irrefrenabile spirito battagliero, iniziarono a perseguire una formazione diretta verso nuovi ideali. L'associazione riscosse consensi continui e grazie a una forma di autofinanziamento (organizzazione di recite filodrammatiche interpretate da Serafino Montalto ed i suoi amici), riuscirono a incrementare le riunioni, aumentando a dismisura la partecipazione dei castelvetranesi.

    Un ragazzo dalle indubbie qualità interiori, pronto a rendersi utile verso il prossimo cercando di mettere in campo il suo profondo ardore e l'interesse verso una crescita umana mai banale. Una schiettezza indomabile, umile ed alla ricerca della soluzione a qualsiasi problema .

    Maturo, orgoglioso e protagonista indiscusso di un movimento giovanile in fermento. Grazie alle sue capacità fisiche e atletiche, fu inserito nel corpo dei Bersaglieri pronto a fornire il suo valido contributo durante i lunghi ed interminabili tragitti da compiere in montagna.

    Prima della partenza verso la Carnia, scrisse un pensiero di rara dolcezza figlio di un amore espressamente compiuto e desiderato.

    "Il 2 agosto 1915 ... io ti avevo visto il nastrino tricolore, l'avevi appuntato sul seno; ami tu dunque l'Italia, l'ami come l'amo io questa cara terra...come  me tu ti sacrificherai perché ella sia sempre indipendente , unita e grande...”. Sembrava il monito positivo di un ragazzo duttile e dal futuro radioso.

    La chiamata militare fu accolta con estrema positività, condizione migliore per combattere arduamente contro il nemico. La partenza avvenne l'1 settembre del 1915, sperando in un ritorno tempestivo a Castelvetrano.

    L' epilogo fu disastroso e dopo aver combattuto per venti mesi nei territori della Carnia e del Carso, la sera del 23 maggio 1917 giunse la triste notizia: il tenente Montalto Serafino lasciava la vita in battaglia, in quel campo desiderato spudoratamente e protagonista della sua morte triste e improvvisa.

    Un presagio avvertito insistentemente durante la scrittura delle ultime lettere di cui una toccante rivolta al fratello Ignazio, conosciuto nella nostra città per essere stato uno dei maggiori ed importanti fotografi. Una cartolina dal contenuto infimo e privo di entusiasmo, figlio di un forte presagio.

    Essa recitava così: "Carissimo Ignazio, forse l'ultima cartolina: sii forte come me. Ti bacio e ti abbraccio tuo Serafino. P.s. Ho inviato tutto a papà".

    Una cinquantina di lettere colme di affetto, delusioni, speranze, passioni, obiettivi di quei lunghi ed interminabili giorni passati al fronte. Un insieme di emozioni vissute tra l'attesa e quella vana speranza che andava assottigliandosi col passare delle settimane.

    Testimonianze vere di un ventenne partito con entusiasmo e morto prematuramente. Seppur sia sbiadito il ricordo di una povera vittima di quell'infame guerra, una lapide testimonia le gesta del Sottotenente Serafino Montalto (insignito della medaglia d'Argento al V.M.), evidenziandone l'esempio luminoso di un giovane dal saldo cuore d'italiano e dal profondo sentimento del dovere.

    Anche l'Associazione Bersaglieri-Sezione di Paceco ha deciso d'intitolare al suo nome e la sua figura che per lungo tempo ha rappresentato il cardine valoroso e coraggioso per i futuri giovani.

    Il cuore di Serafino Montalto non ha cessato di battere e pulsa gioiosamente nella nostra città. Ha lottato e vissuto brevemente, amando questa terra con tutte le sue forze. Rimarrà parte integrante di una storia tutta da scoprire.

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