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La commemorazione delle foibe e la testimonianza di Laura Antonelli e del fratello Claudio

di: Luigi Simanella - del 2023-02-17

Immagine articolo: La commemorazione delle foibe e la testimonianza di Laura Antonelli e del fratello Claudio

Da diversi anni il 27 gennaio ricorre la giornata nella quale si commemorano i milioni di vittime dell’Olocausto. Il 10 Febbraio, invece, si vogliono ricordare i massacri delle foibe carsiche. Per l’occorrenza la Rai, fra gli altri, ha voluto dedicare, sul canale tre, un documentario su una delle più note e amate attrici italiane, Laura Antonelli.

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  • Nata a Pola, in Istria, il 28 Novembre 1941, all’età di tre anni fu costretta, insieme al padre, alla madre, al fratello Claudio e ad altri 300 mila italiani, a scappare da quella terra ch’emanava soltanto odore di morte. Dapprima la famiglia Antonelli si rifugiò nella provincia di Brescia per, poi, spostarsi presso il Centro Raccolta Profughi “Foscarini” di Venezia.

    Rimasero qui fino al mese di Maggio 1948, quando approdarono a Napoli, dove il centro raccolta era stato sistemato all’interno della Reggia di Capodimonte. Nell’attiguo bosco gli anglo-americani avevano lasciato ancora fruibili centinaia di baracche, una delle quali, la numero 21, ospitò la piccola Laura e la sua famiglia.

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  • Vissero lì per circa tre anni e il 31 Marzo 1951 si trasferirono direttamente nella città partenopea. Qui Laura ebbe la possibilità di studiare presso l’Istituto Superiore Pareggiato di Educazione Fisica. Conseguito il diploma decise di trasferirsi a Roma dove, grazie al suo portamento molto sensuale tipico delle donne istriane e alla sua non comune bellezza, è notata dall’attore Mario Marenco che l’introdusse nel suo mondo.

    Cominciò dapprima con la carriera di fotomodella, poi un po’ di televisione per approdare, infine, al cinema. Molti sono stati i film ai quali ha preso parte interpretando i ruoli più diversi, ma sempre improntati sulla sua femminilità. E’ stata diretta da registi del calibro di: Giorgio Albertazzi, Pasquale Festa Campanile, Federico Fellini, Dino Risi, Giuseppe Patroni Griffi, Carlo Vanzina, Luchino Visconti, Luigi Comencini.

    Fu, però, con Salvatore Samperi, che la diresse nel film “Malizia” del 1973 diventato un cult della filmografia mondiale, che l’Antonelli raggiunse la piena notorietà. Vinse anche il premio quale miglior attrice al “David di Donatello” di quell’anno e ben tre Nastri D’Argento. Il film racconta la storia d’un ricco borghese siciliano, Don Ignazio La Brocca (interpretato da Turi Ferro), rimasto vedovo e con tre figli cui provvedere. Questi s’innamora della cameriera Angela La Barbera (Laura) che, poi, sposerà.

    Il film ha incassato ben cinque miliardi di lire ed è risultato una delle più fortunate commedie sex all’italiana affermando Laura Antonelli quale diva sex, stupenda icona dalla femminilità assoluta. I suoi occhi bellissimi, misteriosi, penetranti, sorridenti e il suo corpo sensuale, morbido, accattivante e generoso avevano conquistato tutti.

    Fra gli attori a fianco dei quali ha recitato, possiamo ricordare: Giancarlo Giannini, Michele PlacidoLando Buzzanca a Jean Paul Belmondo, con il quale ebbe una storia d’amore che durò per ben nove anni. Eppure, dopo tutto questo successo, gli amori, i soldi, la fama, una villa a Cerveteri, Laura Antonelli concluse la sua vita in un piccolo appartamento di Ladispoli in solitudine, e povertà per sua libera scelta, dimenticata da tutti.

    Lei stessa diceva che Laura non esiste più. Trascorreva le giornate ascoltando Radio Maria da una piccola radiolina e non utilizzava mai il mezzo televisivo. Leggeva spesso la Bibbia ed era attratta da tutto ciò di religioso. La sua crisi mistica a tratti sfiorava il delirio. Era convinta d’essere in comunicazione direttamente con Dio che lei chiamava Papino.

    Diceva che parlava anche con i morti e perciò fu considerata al pari d’una pazza. Scelse di vivere sposando la causa del poverello d’Assisi. Teneva il frigorifero quasi vuoto e per vestirsi utilizzava soltanto un paio d’abiti. E’ morta così la Laura nazionale, all’età di settantatré anni, il 22 Giugno 2015. Riposa nel cimitero di Ladispoli, dove le ho reso omaggio trovandomi un giorno in quel luogo per un triste evento.

    Ho conosciuto, un bel po’ d’anni orsono, a Montréal in Canada, Claudio Antonelli. Era un carissimo amico di mio fratello Giacomo, che lì abitava, e fu lui a presentarmelo un giorno. D’allora è nata una sincera amicizia fra noi con scambi epistolari. Claudio è un ottimo giornalista e mi manda sempre i suoi magistrali articoli.

    L’ho rivisto con immenso piacere in occasione dei funerali di mio fratello, venuto a mancare il 13 Agosto 2022 giorno, peraltro, del mio compleanno. Anche in quell’occasione mi ha tangibilmente dimostrato l’attaccamento ch’aveva nei suoi confronti, condividendo con me il dolore per quella grave perdita e rinnovandomi una forse immeritata stima.

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