"Non vi fu omicidio stradale". Assolto castelvetranese dalla Corte di Cassazione
del 2023-03-28
(ph. Immagine di gesrey su Freepik)
Si conclude, con sentenza di assoluzione "perchè il fatto non sussiste" e dopo nove anni e quattro gradi di giudizio, il processo che vedeva imputato il castelvetranese Alessandro La Cascia per omicidio stradale ai danni di Giovanni Stabile.
Nell'Ottobre del 2012 lo stesso Stabile, scendendo dalla via Ungaretti con la sua moto, fu investito nella via Tagliata di Castelvetrano dall'auto condotta da La Cascia, riportando gravissime lesioni che ne determinarono il decesso, dopo una lunga degenza, nel Giugno del 2014.
Il Tribunale di Marsala, nel Luglio del 2018, dopo molte udienze nelle quali furono escussi testimoni e consulenti tecnici, emise sentenza di condanna nei confronti del La Cascia, ritenendolo responsabile dell'occorso per guida imprudente.
La Corte di Appello di Palermo nell'Ottobre del 2019 confermò la sentenza di condanna, ritenendo corrette le motivazioni del giudice di primo grado ed avallando tutte le prove assunte nel precedente grado di giudizio.
L'imputato, assistito dall'avvocato Giuseppe Ferro, propose ricorso per Cassazione, adducendo vizi motivazionali in relazione ad insanabili contrasti tra le stesse prove, raccolte in sede di indagini preliminari.
E così la Corte di Cassazione, in accoglimento delle argomentazioni difensive, nell'Ottobre del 2021, annullò la sentenza della Corte di Appello di Palermo, rinviando per un nuovo giudizio ad altra sezione di Corte di Appello ed indicando, inoltre, i temi che dovevano essere approfonditi.
La Prima sezione penale della Corte di Appello di Palermo incardinò il processo nell'Aprile del 2022, disponendo ulteriori accertamenti istruttori così come indicato dalla Corte di Cassazione.
Il 23 Marzo 2023 la stessa Corte, dopo la nuova escussione di un testimone e l'acquisizione di documenti, ha emesso la sentenza di assoluzione "perchè il fatto non sussiste", ponendo così fine ad una lunghissima disputa giudiziaria e facendo luce sull'effettiva dinamica del sinistro che escludeva qualsiasi responsabilità in capo al La Cascia, in quanto l'evento si era verificato in circostanze tali che l'investitore non potè attuare alcuna manovra di emergenza per evitare l'impatto.
"Sono stati necessari nove anni di processo e vari gradi di giudizio ma alla fine è stata accertata la verità dei fatti, pur nel rispetto, comunque, per il dolore che provoca la perdita di una vita umana" - queste le parole del difensore avvocato Giuseppe Ferro.