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Da Mussolini a Fellini e i due Presidenti USA che transitarono dall’aeroporto di Castelvetrano

di: Enzo Napoli - del 2023-11-20

Immagine articolo: Da Mussolini a Fellini e i due Presidenti USA che transitarono dall’aeroporto di Castelvetrano

Oltre ad essere circondato da numerosi parchi eolici, che aumenteranno di numero perché nel nostro territorio ne sono previsti altri 4 o 5, presto avrà anche un enorme parco fotovoltaico quasi attaccato alla città. Si tratta del terreno dell’ex aeroporto che sarà ricoperto in tutta la sua estensione (ettari 96,4) da pannelli solari. Avrà una potenza nominale di 78,63 MW e avrà un costo di euro 73 milioni di euro.

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  • Servirà non per il fabbisogno energetico nazionale, ma per esportare (tramite un elettrodotto, del costo di 307 milioni, che si partirà da Marinella-Selinunte ed attraverserà il Mediterraneo) energia in Tunisia.

    L’aeroporto è stato dismesso dall’Aeronautica il 29 luglio 2010 ed è diventato patrimonio dello Stato; Il Comune di Castelvetrano ne avrebbe potuto approfittare per appropriarsene ma purtroppo...

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  • L’aeroporto ha vissuto vicende belliche molto complesse che qui evitiamo di citare, ma vorremmo ricordare che esso è stato testimone di eventi che hanno segnato la storia dell’umanità. Nel 1937, prima della costruzione, il terreno fu visitato da Mussolini e da V. Emanuele III, nel 1943 vi transitò Federico Fellini, l’8 dicembre 1943 fu la volta del Presidente degli Stati Uniti F.D. Roosevelt e dei generali D. Eisenhower, G. Patton e M. Clark. Si dice che nel 1950, Salvatore Giuliano abbia lasciato l’isola dal nostro aeroporto.

    Da sottolineare che Castelvetrano, fino al vertice del G7 di Taormina del 26-27 maggio 2017, era stato l’unico luogo di Sicilia ad essere visitato da due Presidenti USA, Roosevelt e Eisenhower. L’aeroporto si trova ad ovest della città e attualmente ne lambisce quasi la periferia. Ha una forma ovale con una circonferenza lunga poco meno di m. 4000 occupando una superficie di oltre ha. 100. La sigla di riconoscimento data dall’Aeronautica era”511”.

    La pista, che si estende in senso N/S, è lunga m. 1200 e larga m. 70 presentando un dislivello di m. 6 circa con il punto più alto a nord. Detta pista, dopo circa 85 anni dalla sua realizzazione, è ancora in discrete condizioni tanto da essere usata, ancor oggi, per decollo e atterraggio di deltaplani. A sud/ovest vi si trovava una piattaforma di m. 60x60 in cemento probabilmente per il decollo di elicotteri.

    Dal centro urbano era raggiungibile da diverse strade tra le quali la via Mazara, la via Sapegno, la via Serpotta (la strada abolita che costeggiava il cimitero), e da altre provenienti da sud ove era allocato il Comando militare. Dal lato ovest era raggiungibile dalla strada delle Fontanelle che lo collegava con Mazara. L’aeroporto nei lati sud ed ovest era circondato da diverse postazioni antiaeree e nelle vicinanze, aveva a disposizione un grandissimo edificio che fungeva da Comando militare. Esso si trova a ss/e a quattrocento metri di distanza.

    Ha avuto origine da una antica masseria edificata dalla famiglia Gerbino, poi passò alla famiglia Sciacca-Di Stefano ed infine agli eredi di questi avv. Messina-Di Stefano. Alla fine degli anni trenta, con le debite modifiche ed i dovuti accorgimenti tecnici fu adattato a sede del Comando militare. Si erge su un piccolo rilievo alto m. 182 e dominava un vasto pianoro.

    E’ circondato da una vasta area cinta da muri con due ingressi: uno a nord che lo collegava con l’aeroporto e l’altro a sud che lo collegava con la via Campobello. Il vasto complesso ha all’interno grandi spazi circondati in parte da strutture della masseria originale, quali ad esempio un magazzino con ampi archi acuti, da abitazioni per i contadini e da vastissimi locali di ampliamento degli anni trenta, cioè dormitoi, grandi cameroni, un locale con decine di gabinetti ecc. Interessante è il sottosuolo di tutto il complesso che è un labirinto di gallerie e stanze, tipo Gaza city, che avevano diverse funzioni; si diramano in tutte le direzioni. Purtroppo oggi tutto il complesso si trova in un grave stato di degrado e non è facile visitarlo. L’aeroporto nei suoi lati, soprattutto ovest e sud era protetto da numerosi postazioni antiaeree. Parecchie di esse esistono ancora; sono dislocate nei piccoli rilievi che lo circondano. Alcune sono vicinissime ad esso, altre sono distanti alcune centinaia di metri.

    Ne abbiamo individuati alcuni; in parte sono ancora in discrete condizioni ed in parte sono molto degradati, degrado dovuto non agli agenti atmosferici ma alla mano distruttrice dell’uomo. Esse sono molto complesse e quasi tutte presentano gallerie limitrofe in gran parte con l’ingresso occluso da materiale di risulta. Di queste ultime pubblicherò parecchie foto nel mio prossimo intervento, che vi raccomando di vedere perché molto interessanti.

    Per quanto riguarda le foto qui allegate, vi suggerisco di leggere i commenti che le affiancano. Per quanto riguarda la storia delle vicende belliche dell’aeroporto, vi consiglio di leggere altri siti che si sono occupati dell’argomento oppure il libro di Maurizio Tosco “L’IMMACOLATA SEGRETA DEL 43”. Nota: Le foto aeree le ho potuto realizzare grazie alla disponibilità di Ciro Signorello che mi ha permesso di volare col suo deltaplano.

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