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L'emozionante lettura della "Prima camminata Selinuntina" del 20 maggio 1979

di: Doriana Margiotta - del 2023-08-02

Immagine articolo: L'emozionante lettura della "Prima camminata Selinuntina" del 20 maggio 1979

Il mio caporedattore, l’avvocato Indelicato, mi ha consigliato qualche tempo fa di leggere un libro,
che a suo parare è una piccola enciclopedia del sapere, “L’Eredità della Grecia Antica”, della
professoressa Angela Calabrese Liotta.
Già dalla copertina si evince lo spirito ironico della nostra
scrittrice, perché sopra la foto di copertina c’è scritto “con ricordi, affetti, venture di una Giovane
vecchia professoressa del Liceo”.

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  • Solo queste poche parole hanno acceso la mia curiosità, e leggendo le pagine di questo libro, in cui
    attraverso il racconto di alcuni episodi della sua vita, la nostra professoressa coglie l’occasione per
    spiegare il significato di alcune parole e la loro origine, mi soffermo su un fatto che ha attirato molto la mia curiosità, cioè la Prima Camminata Selinuntina, che avvenne il 20 maggio 1979.

    Mille persone, divisi in diversi pullman si mossero da Castelvetrano per andare a Selinunte, per
    visitare il parco archeologico. La cerimonia ebbe inizio con un inno composto dalla nostra amata
    professoressa Angela Calabrese Liotta, in lingua greca, per omaggiare il luogo dove si trovavano.
    Un giovane allievo, recitò con grade fervore l’inno, all’ingresso del tempio E, vestito come un
    araldo, e reggendo un fiaccola in mano.

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  • Alcune allieve del Liceo Classico invece, nel sito del tempio G, recitarono un lungo brano in greco, tratto da “Le Troiane” di Euripide. La Camminata si svolse passando dalla collina orientale, all’Acropoli e da questa alla Gaggera, con delle piccole soste per osservare i vari resti archeologici, con l’ausilio di tre guide autorevoli.

    Lo scopo, come scrive la nostra autrice, era quello di attirare l’attenzione sulla zona archeologica di Selinunte. Nello stesso periodo furono inviate mille petizioni al Ministero della Pubblica Istruzione, perché valorizzassero il nostro meraviglioso sito archeologico, incrementando il turismo e facendo
    conoscere su larga scala la nostra Selinunte.

    Quarant’anni dopo, in ricordo di questo evento, fu organizzata una giornata di apertura gratuita
    del Parco che vide in programma visite guidate. Molti degli studenti di allora, sono docenti o
    genitori: sono loro a passare idealmente il testimone ai cittadini di domani. Il Gruppo archeologico
    Selinunte e l’IISS "Cipolla, Pantaleo, Gentile"organizzarono un programma di visite, performance, drammatizzazioni e incontri alla scoperta dell’area archeologica, con la guida degli studenti dei licei di Castelvetrano.

    Oggi le iniziative legate al nostro parco archeologiche sono numerosissime, ricordiamo che l’anno scorso le passeggiate notturne hanno riscosso moltissimo successo. Oggi vengono organizzate varie manifestazioni teatrali e canore, che attirano un gran numero di persone, e la cura e l’impegno del nostro attuale direttore del parco archeologico, sta dando i suoi frutti.

    Ma se oggi abbiamo tutto questo, anche se ancora tanto deve essere fatto, lo dobbiamo in parte
    sicuramente a chi ha dato inizio “alle danze”: la professoressa Angela Calabrese Liotta, a cui va
    tutta la mia riconoscenza, come cittadina, come ex alunna del Liceo classico, ma soprattutto come
    persona, perché l’arricchimento culturale passa anche attraverso queste meravigliose iniziative.
    Noi siciliani sappiamo cosa vuol dire accogliere perché per noi l’ospite è sacro, come lo era per i
    greci, che credevano che gli stranieri fossero mandati da Giove.

    Alla fine di questo racconto, la professoressa Angela Calabrese Liotta fa un riflessione degna di nota sulla xenofobia; l’avversione per gli stranieri, è diventata quasi cronica e molto pericolosa, perché aver creato muri e fili spinati per impedire l’ingresso dei rifugiati che chiedono aiuto, scappati da guerre e carestie, ci fa tornare indietro con la memoria, agli anni più bui della storia. La verità è che abbiamo la memoria corta, ma forse grazie alla cultura qualcosa si può salvare.

    Solo il sapere ti rende libero.

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