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Messina Denaro, "Ecco perchè Matteo considerava Martina come una figlia"

di: Redazione - del 2023-12-05

Immagine articolo: Messina Denaro, "Ecco perchè Matteo considerava Martina come una figlia"

Questa mattina i Ros, con il supporto in fase esecutiva del Comando Provinciale carabinieri di Trapani, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal Tribunale di Palermo, su richiesta della locale direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo, a carico di Gentile Martina, indagata per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dalle modalità mafiose.

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  • Il gip ha disposto nei confronti della ragazza i domiciliari e non il carcere, come chiesto dalla Procura, perché Gentile è madre di una bimba di tre anni.

    Per i pm Martina Gentile "è stata quindi uno degli ingranaggi indispensabili del sistema di comunicazione ingegnato dal latitante, grazie al quale questi ha anche potuto mantenere la indispensabile sponda di Laura Bonafede nella condivisione e gestione delle strategie mafiose sul territorio di Campobello di Mazara". 

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  • Nei confronti di Martina Gentile, che il padrino latitante considerava come una figlia, la Procura aveva già chiesto la custodia cautelare in carcere, ma il gip non aveva ritenuto che ci fossero indizi sufficienti. Alla luce del nuovo materiale investigativo raccolto dai carabinieri il giudice ha ora disposto per l’indagata gli arresti domiciliari. 

    Le indagini, in questi mesi, sono proseguite spedite nei confronti della madre, la maestra Laura Bonfede e della stessa Martina. Alla luce del nuovo materiale investigativo raccolto dai carabinieri il giudice ha ora disposto per l’indagata gli arresti domiciliari. 

    Secondo i magistrati - "l’indagine è stata coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido- Martina Gentile di cui Messina Denaro in diversi pizzini trovati dopo l’arresto elogiava le virtù, avrebbe gestito lo scambio della corrispondenza del boss, all’epoca latitante, sfruttando il suo rapporto con un altro tramite del padrino, Lorena Lanceri, finita in manette col marito nei mesi scorsi. Lanceri, ritenuta una delle più strette fiancheggiatrici del padrino di Castelvetrano, consegnava alla ragazza i pizzini scritti dal capomafia e Gentile li faceva avere ai destinatari tra i quali sua madre Laura Bonafede. Lo scambio, spesso, avveniva nello studio dell’architetto ed ex assessore all’Urbanistica del Comune di Campobello di Mazara in cui le due donne lavoravano". 

    Martina, in codice chiamata da Messina Denaro Tan o Tany, condivideva con il padrino e con gli altri soggetti che interloquivano con lui una sorta di linguaggio cifrato ideato per nascondere l’identità delle altre persone coinvolte nella assistenza al latitante e curava le esigenze logistiche del boss. 

    VIDEO CARABINIERI:

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