Messina Denaro, Cassazione nega la scarcerazione per l’ex insegnante Bonafede e per Filippo Guttadauro. Ecco le motivazioni

Due distinti procedimenti, a carico di figure "fedelissime" alla rete che ha sostenuto la latitanza di Matteo Messina Denaro, hanno avuto un esito similare. La Cassazione ha depositato le motivazioni con le quali ha respinto il ricorso contro il diniego del Tribunale del riesame alla richiesta di scarcerazione di Laura Bonafede, accusata di favoreggiamento per aver agevolato la latitanza del boss Matteo Messina Denaro.

L'altro procedimento riguarda il cognato di Matteo Messina Denaro, il 72enne Filippo Guttadauro, in carcere dal 2005, la decisione della Cassazione ha rigettato il ricorso contro l'ordinanza del tribunale di Sorveglianza di Trieste del 24 maggio 2022, che ha prorogato il regime del 41 bis per altri tre anni.

Secondo la Suprema Corte, Laura Bonafede "potrebbe comunicare con terze persone e questo potrebbe mettere a rischio l'efficacia delle indagini e portare alla reiterazione del reato da parte di individui ancora sconosciuti che hanno aiutato il boss stragista a sottrarsi a condanne e misure cautelari per trent'anni”.

Su Filippo Guttadauro, che attualmente si trova "internato" nella casa-lavoro di Tolmezzo, all'interno del carcere di massima sicurezza, la decisione fonda le basi sul "rischio di ripresa dei contatti con l'associazione mafiosa di riferimento. La Corte ha evidenziato il pericolo di comunicazioni con terze persone, minacciando l'efficacia delle indagini e la possibilità di reiterare il reato".