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Intitolata una piazzetta ai caduti a Torretta, due Campobellesi tra le vittime

del 2024-03-20

Immagine articolo: Intitolata una piazzetta ai caduti a Torretta, due Campobellesi tra le vittime

Dopo 83 anni il sogno di alcuni nipoti di dare un degno ricordo agli zii periti durante la seconda guerra mondiale, nell’affondamento dell’incrociatore Zara a largo di Capo Matapan in Grecia, è diventato realtà. L’amministrazione comunale di Campobello di Mazara ha, infatti deciso di intitolare, su richiesta di alcuni discendenti, una piazzetta di Torretta Granitola ai “Caduti dell’Incrociatore Zara” tra le cui vittime vi furono due marò campobellesi: Indelicato Francesco (classe 1919) e Stallone Andrea (classe 1918) e tre cannonieri castelvetranesi: Caltagirone Natale (classe 1919) Marchesini Paolo (classe 1917) e Marzucco Giacomo (classe 1918).

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  • I militari, tutti poco più che ventenni risultano trai dispersi e i loro corpi non furono mai ritrovati.
    La notte tra il 28 ed il 29 marzo 1941 accadde a largo di Capo MATAPAN in Grecia, una delle più cruente sconfitte della Marina Regia: fu una vera e propria strage di marinai italiani, causata dai cannoni della squadra navale inglese dotata di radar. Quella notte l’incrociatore ZARA e altri navi italiane: incrociatore Fiume, cacciatorpediniere Alfieri e Carducci, erano andate in soccorso dell’incrociatore  Pola, che alle 19,46 era stato silurato da un aereo inglese. Purtroppo nelle vicinanze si trovavano navi inglesi.

    La flotta italiana  fu  colta alla sprovvista. Le nostre navi non essendo  fornite di radar, non si accorsero del nemico in agguato e  furono tutte silurate e affondate. L’incrociatore regio Zara ricevette molte cannonate, si incendiò ed  affondò intorno alle 2.40 in pochissimi minuti. Su un totale di 1086 imbarcati sullo ZARA,  i morti furono 799, mentre  i superstiti 287. In totale le vittime della Battaglia di Capo Matapan furono olre 2300.

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  • I sopravvissuti di quella terribile notte hanno descritto una scena apocalittica: esplosioni, grida di aiuto, uomini trasformati in torce umane, combustibile che bruciava sulle onde del mare. Nelle ore successive all’affondamento delle navi, molti naufraghi furono decimati dal freddo e dagli squali, che infestavano il mare. 

    Quasi tutti i naufraghi  furono fatti prigionieri degli inglesi, solo 161 furono  salvati dalla Nave ospedale Gradisca, dopo molte ore, il 30 marzo sera.
    I parenti dei Caduti vogliono ringraziare l’Associazione storica culturale Lamba Doria, nella persona del Presidente Dott. Alberto Moscuzza e  
    La referente per la provincia di Trapani, l’avv. Concetta Santangelo per averli aiutati nelle ricerche storiche, grazie alle quali si è scoperto che fine avessero fatto i loro cari congiunti.

    Alla manifestazione, organizzata dai discendenti e dall’Associazione Lamba Doria, parteciperanno oltre ai parenti dei Caduti, autorità civili e militari e rappresentanti dell’associazione Lamba Doria. La manifestazione accolta con entusiasmo dal Sindaco Dott. Giuseppe Castiglione, rappresenta il giusto riconoscimento per quei giovani militari che la notte tra il 28 e 29 marzo 1941, sacrificarono la loro vita per la Patria.

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