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L'Aurora a Castelvetrano dal 1660. Storia di una tradizione sempre nel cuore dei castelvetranesi

del 2024-03-30

Immagine articolo: L'Aurora a Castelvetrano dal 1660. Storia di una tradizione sempre nel cuore dei castelvetranesi

La prima volta che venne celebrata l’Aurora a Castelvetrano, fu nel 1660 ad opera del Padri Carmelitani Scalzi, che abitavano nel convento attiguo alla Chiesa di San Giuseppe, diroccato nel 1968. Questa funzione, che tutti i lettori conoscono, era caratterizzata dal fatto che arrivavano molte famiglie con i carretti addobbati a festa  e calessi   da Partanna, Campobello, Santa Ninfa. 

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  • Le persone sedute erano molto colorati nel vestiario, probabilmente per attirare l’attenzione dei castelvetranesi. L’Aurora si svolgeva nell’antichità di buon mattino e partecipavano, data l’ora, solo persone adulte, ecco perché sui chiamava l’Aurora. Poi per dare la possibilità ai  bambini di assistere alla festa religiosa, gli organizzatori la spostarono alle ore 9.  Gli organizzatori  erano i proprietari dei giardini ( li siniari), i bottai e falegnami. 

    Per far comprendere l’importanza di questa Festa  quando si prendeva moglie, soprattutto nei centri vicini,  si scriveva nell’atto nuziale l’obbligo del marito di condurre la sposa il primo anno a vedere l’Aurora a Castelvetrano. Ogni sette anni l’Aurora invece si svolgeva nella via Ruggero Settimo per dare la possibilità alle monache di clausura che abitavano all’interno del Convento dell’Annunziata ( Badia) di potervi assistere. 

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  • Il 18 aprile del 1813 questa funzione ebbe un’attrazione speciale per la presenza a Castelvetrano di sua Maestà la Regina Maria Carolina d’ Austria e del figlio 23enne il principe Leopoldo che assistettero all’evento dal balcone sopra l’arco di Palazzo Pignatelli. 

    In questa occasione la statua della Madonna venne restaurata dal pittore palermitano Vito Miceli,  con  un impegno economico ratificato con atto del 17 marzo del 1813 del Notaio Castelli. 

    Il 28 marzo 1717 per una banale errore del sacrista di San Giuseppe che suonò le campane il sabato prima di quelle della Chiesa Madre l’arciprete Giglio non autorizzò lo svolgimento dell’Aurora. Ci furono animate discussioni tra il comitato e l’Arciprete ma non ci fu nulla da fare. Gli organizzatori allora, quelli della Confraternita si recarono in fretta e furia a Mazara per incontrare il Vescovo e farsi dare da  l’autorizzazione.   

    Pare che la famosa frase “ si l’Aurora ‘un si fa, si la pigghia Trapani” fu pronunciata in quella circostanza. E da allora qualunque siano stati  i motivi ostativi, l’Aurora si doveva svolgere. Infatti nel 1968 ,anno del terremoto per paura di perdere la tradizione la funzione religiosa si svolse in piazza Garibaldi a mezzo giorno circa e c’erano circa venti persone. 

    Il rito per i castelvetranesi, organizzato dalla Confraternita di San Giuseppe, è molto sentito e migliaia sono le persone che vi assistono e sicuramente l’incontro tra la Madonna e Cristo risorto è molto commovente, soprattutto quanto la Madonna lascia cadere il fazzoletto  e il manto nero e dalla corona che ha in testa volano gli uccellini. Poi la processione e lo scampanio dei sacri bronzi.

    Tratto da un articolo per CastelvetranoNews.it di Giovanni Modica ex orologiaio.

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