Pestaggio Davide Russo, l'imputato: "E' stato uno scambio di persona"
di: Redazione - del 2024-09-17
Sarebbe stato uno scambio di persona il pestaggio a danno del disabile Davide Russo col drammatico resoconto di 34 pugni e 11 calci al volto. Lo chiarisce l'imputato durante il corso del suo esame nell'udienza che è stata celebrata nel Tribunale di Marsala, oggi 16 settembre, davanti al Collegio presieduto dal Presidente Vito Marcello Saladino.
I fatti fanno riferimento alla notte tra il 14 e il 15 giugno del 2024, quando Vincenzo Piero Li Vigni, insieme al minore F.V.D. si rendeva protagonista del pestaggio ai danni del ragazzo disabile affetto da idrocefalia, mentre si accingeva ad acquistare sigarette presso un distributore automatico sito in c/da Cuore di Gesù.
Sarebbe nato tutto da un equivoco e uno scambio di persona dovuto al fatto che un soggetto non identificato ma con le stesse generalità del padre G. Li Vigni, contattava tramite Messenger la sorella di Vincenzo riferendo oscenità e messaggi di natura a sfondo sessuale. Fu l'imputato che sentendo conversare telefonicamente la sorella con l'omonimo del padre, decisero di dargli un appuntamento per capire di chi si trattasse.
Guardacaso, l'appuntamento venne dato nello stesso luogo dove si trovava Davide Russo con il riferimento a una Fiat Punto con un faro anteriore rotto, e la coincidenza vuole che pure Davide Russo possegga lo stesso tipo di macchina anch'essa con il faro rotto. Li Vigni andava all'appuntamento con il minore F.V.D. dove trova Davide Russo al quale avrebbe detto di smetterla di disturbare la sorella, e la risposta di Russo sarebbe stata "non conosco te, pensa tua sorella".
Li Vigni sentendosi preso in giro, lo riempiva di botte, gli sequestrava le chiavi dell'auto e dopo un giro con lo scooter attorno la macchina, le avrebbe lasciate sfilare, a suo dire, dalla tasca.
Tuttavia, Li Vigni oggi in aula chiede scusa alla vittima asserendo che non era sua intenzione rapinarlo, né ucciderlo, e di non aver avuto contezza della sua disabilità.
Alla domanda del Presidente del Collegio se avessero denunciato l'omonimo Gaspare Li Vigni, l'imputato risponde che non interessa a loro una denuncia ma sapere chi è il soggetto omonimo del padre.
Alla domanda dell'avvocato di parte civile Antonino Giustiniano, se ascoltando la voce al telefono dell'omonimo e confrontandola poi di presenza con quella di Davide Russo, si fosse reso conto che erano due diverse persone, Li Vigni asserisce che la voce ascoltata al telefono è di una persona di maggiore età della sua ma di non essere riuscito a capire se fossero la stessa persona.