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Grave carenza progettuale per infrastrutture nella Sicilia Occidentale. Quale strategia di sviluppo?

di: Antonio Colaci - del 2024-09-16

Immagine articolo: Grave carenza progettuale per infrastrutture nella Sicilia Occidentale. Quale strategia di sviluppo?

Per gli abitanti della parte più a ovest della Sicilia il 15 gennaio del 1968 rappresenta una data che è difficile da dimenticare, sia per la tragedia dovuta alla distruzione di interi paesi sia per la perdita di centinaia di vite umane.

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  • Ma c’è un altro motivo per cui quel terribile evento può facilmente essere ricordato ancora oggi, perché da quella data in poi, per un certo numero di anni, lo Stato intervenne (con tempi biblici e spesso in maniera inefficace) a compensare i danni e le morti delle popolazioni colpite dagli effetti gravissimi del terremoto. Oltre agli aiuti per la ricostruzione delle abitazioni, gli interventi infrastrutturali più evidenti furono l’Ospedale di Castelvetrano, l’autostrada A29, la strada che una volta si definiva “a scorrimento veloce” da Palermo a Sciacca ed il fatidico e sempre malmesso "Asse del Belìce".

    Da allora il tempo sembra essersi fermato, nessun intervento infrastrutturale è stato più realizzato e quelle stesse opere risultano oggi abbandonate ad uno stato di inefficienza che i cittadini di questa parte della Sicilia non meritano. Nonostante i grandi sforzi dell'impresa privata, senza le infrastrutture un territorio non può crescere. Alle industrie così come alle attività turistiche viene a mancare il supporto logistico necessario per facilitare i trasporti, mentre gli abitanti sono costretti a sostenere un continuo peggioramento della qualità della vita.

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  • In oltre mezzo secolo la politica regionale, senza distinzione tra vari partiti e coalizioni, ha mostrato tutti i suoi gravi limiti culturali e l'inoperosità assoluta in termini di progettazione: porti, aeroporti, strade, ferrovie sono argomenti di cui non si parla mai durante le campagne elettorali, né rappresentano un impegno serio ed efficace per chi assume incarichi di governo legati allo sviluppo regionale di questa parte dell'Isola.

    Qualche esempio: l'ospedale di Castelvetrano è stato depredato di una parte importante dei servizi di assistenza e cura dei pazienti della Valle del Belìce, l'autostrada A29 Palermo-Mazara del Vallo è rimasta l'unica in Italia priva di una stazione di servizio e le aree di sosta sono diventate servizi igienici a cielo aperto e discariche per i rifiuti degli incivili viaggiatori, tra l'altro facilmente identificabili e sanzionabili con una semplice telecamera. Manca poi la continuità con il resto della rete autostradale per gli automobilisti provenienti dalla provincia di Trapani che, per proseguire il viaggio, sono costretti ad immettersi nel traffico palermitano in quanto il capoluogo siciliano è l'unico in Italia a non avere una tangenziale. Buona parte della viabilità minore è anch'essa caratterizzata da discariche abusive e stato penoso del fondo stradale.

    Delle ferrovie sarebbe meglio non parlare, però si può comunque semplificare dicendo che è un servizio praticamente inesistente. Ma a qualcuno converrà così perché nel frattempo viaggiano gli autobus delle linee private e si moltiplicano le corse. Degli interventi sui porti in verità molti politici parlano (es. il favoloso dragaggio del porto di Mazara) ma poi non se ne fa nulla e rimangono solo le promesse fatte artificiosamente sapendo di non poterle mantenere.

    Dei tanti esempi che si potrebbe continuare a fare ce n'è uno che a mio parere è il più deprimente. La realizzazione della SS 115 risale al 1928 ed il tratto tra Mazara, Marsala e Trapani è rimasto più o meno nelle condizioni in cui era un secolo fa. Viaggiando per lavoro in lungo e in largo sul territorio nazionale non rilevo una situazione analoga a quella di questo tratto di strada che unisce i tre grossi centri e le loro borgate. 

    Sicuramente ne saprebbero parlare i tanti pendolari che sono costretti quotidianamente a percorrerlo per raggiungere i Tribunali, gli Uffici Pubblici, le scuole ed in genere i posti di lavoro. Ma il problema sembra non interessare nessuno, non se ne parla in nessun contesto e il territorio della Sicilia Occidentale rimane lontano dal progresso e dallo sviluppo esattamente quant'è lontano fisicamente dal resto d'Europa. Persino dall'altra parte della Sicilia, dove invece di infrastrutture si parla e, seppure con i soliti tempi biblici, qualcosa di importante si è realizzato e si progetta, contribuendo, così, ad uno sviluppo del territorio sconosciuto a questa parte della nostra Regione.

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