Bovini e fondi agricoli, gli affari della mafia a Camporeale, sei persone arrestate. Ex sindaco indagato
di: Redazione - del 2025-02-18

Con il supporto della moglie, Anna Maria Colletti, il boss di Camporeale Antonino Sciortino, in carcere da anni, continuava a mandare ordini. Il collegamento era verso un suo fedelissimo parente: il cugino Antonino Scardino, che secondo la Procura avrebbe assunto temporaneamente il comando.

Il gip di Palermo Lirio Conti ha disposto gli arresti nel blitz antimafia per Antonino Sciortino di Camporeale, 62 anni, Antonino Scardino di Camporeale 59 anni, Giuseppe Bologna di Trappeto, 63 anni, Pietro Bologna di Trappeto, 68 anni, Giuseppe Vinci di Palermo, 50 anni, Raimondo Santinelli di Partinico, 37 anni.
L'inchiesta della Dda di Palermo sulla cosca di Camporeale gira attorno alla figura di Sciortino che avrebbe mantenuto un costante collegamento con gli uomini d'onore liberi, finalizzato intanto all'investitura del cugino alla guida della famiglia mafiosa. L'organizzazione era dedita - secondo quanto riporta Ansa.it - al rilascio delle autorizzazioni all'utilizzo, all'acquisito e al divieto di accesso a pascoli e terreni agricoli della zona, all'imposizione di lavorazioni agricole gratuite sui terreni della moglie o alla vendita a un prezzo superiore a quello di mercato dei bovini dell'azienda della donna.
Le indagini hanno fatto su luce su come dalla cella il boss abbia indirizzato il voto sul candidato sindaco Luigi Cino, tra gli indagati. Cino, eletto primo cittadino di Camporeale nel 2022, avrebbe dichiarato falsamente che Giuseppe e Pietro Bologna, oggi arrestati per mafia e all'epoca dei fatti pregiudicati, osservavano le prescrizioni imposte loro dalla messa alla prova, una sorta di sospensione del procedimento penale per chi compie lavori di pubblica utilità.
