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L'esodo degli agricoltori castelvetranesi nel 1976. Una protesta ben organizzata contro la Regione Siciliana e lo Stato italiano

di: Salvatore Di Chiara - del 2025-04-14

Immagine articolo: L'esodo degli agricoltori castelvetranesi nel 1976. Una protesta ben organizzata contro la Regione Siciliana e lo Stato italiano

L’esodo dei mille! Mettendo da parte il riferimento risorgimentale e le avventure/disavventure (dipende dai punti di vista) di “Peppe” Garibaldi, la storia castelvetranese ci conduce ai fatti del 1976. Correva il mese di marzo quando, le sigle sindacali più importanti organizzarono un treno speciale per Palermo. Per chi/cosa e per quale motivo? 

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  • Da alcuni mesi era stata avviata una campagna pro-approvazione della legge organica sui vigneti. A beneficiarne sarebbero stati i coltivatori diretti, mezzadri, coloni e braccianti, Rappresentava un punto di svolta unico nella storia. Per la prima volta - dopo interi secoli (aggiungerei) - le terre siciliane erano considerate preziose. Nello specifico, quali erano i vantaggi della legge organica? In una provincia e, specialmente una città come Castelvetrano che vive di agricoltura, l’esigenza di un cambiamento era fonte primaria. L’eventuale trasformazione dei vigneti era dettata dalla possibilità di produrre, selezionare e imbottigliare direttamente nel nostro territorio vini di alta e prestigiosa qualità. Un atto dovuto e voluto per conquistare i mercati con il prodotto già confezionato. Un modo per evitare che il vino fosse (come accadeva fino ad allora) venduto come prodotto coloniale. 

    Questo processo serviva solamente per tagliare altri vini e poi, successivamente, rivenduti agli stessi castelvetranesi a prezzi esorbitanti. Un circolo vizioso che deprimeva e riduceva i ricavi del settore agricolo interno. Allo stesso tempo, il cambiamento epocale - oltre a sortire effetti positivi in termini di guadagni - avrebbe rilanciato le occupazioni e incentivato molti ad avviare attività agricole. La legge avrebbe apportato migliorie strumentali, con impianti moderni a spalliera e a tendoni. Il passaggio da vino greggio a prodotto finale avrebbe dato linfa e spinta per creare consorzi di primo e secondo grado. Oltre alla legge organica, le vertenze di Trapani e Castelvetrano avevano avanzato ulteriori richieste sui rapporti tra proprietari e lavoratori. 

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  • Una sorta di “regolamento” da attuare per migliorare l’assetto lavorativo. Perchè i veri protagonisti erano coloro i quali giornalmente lavoravano in campagna. Gli stessi sindacati avevano promosso una nota all’Assemblea Regionale che tutelasse con norme specifiche i coloni e i mezzadri, nonché i compartecipanti e concessionari dei terreni a qualsiasi titolo. Questo, per assicurare nuovi finanziamenti e contributi uguali a quelli previsti per i coltivatori diretti. Entrate che potessero sopperire alle carenze di reddito di produzione. 

    Inoltre, si avanzavano richieste di tipo giuridico. Tali dovevano garantire controlli assicurativi a tempo indeterminato. Il 16 marzo 1976, alle ore 05:30 del mattino, una lunga carovana si apprestava a raggiungere il capoluogo siciliano. Slogan, cartelli, striscioni e coesione per dimostrare l’unione del settore agricolo. La città - per una volta - si dimostrò forte di una partecipazione di massa. Ebbe la forza di manifestare contro gli assetti politici regionali e nazionali. La tutela della terra, da sempre fonte di ricchezza, meritava i dovuti accorgimenti. I mille si apprestavano a cambiare le sorti del nostro paese!

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